Fondation Pierre Gianadda di Martigny, Svizzera (MAPPA): la mostra PORTRAITS RITRATTI, COLLECTIONS DU CENTRE POMPIDOU - insieme al Parco delle Sculture, alla Collezione Franck, al Museo dell’automobile e al Museo gallo-romano (vedi Esposizioni Permanenti) – fornisce un’ottima occasione, anche a chi non lo conosca, per conoscere un luogo di eccezionale interesse culturale. L’esposizione resterà aperta fino al 24 giugno 2012. Martigny è a meno di tre ore di treno da Milano. Offerta speciale Ferrovie Svizzere ” RailAway ” : 20% di sconto sul viaggio in treno, il trasferimento e l’ingresso alla Fondation Pierre Gianadda (prenotazioni biglietti in Italia: telefono 02.67479578). Informazioni: 0041.27.7223978 (in Italia : 031.269393) - Sito internet: www.gianadda.ch - Per chi arriva a Martigny in auto dall’Italia attraverso il tunnel del Gran San Bernardo il pedaggio di ritorno in Italia, dietro presentazione della ricevuta di andata e di un biglietto di ingresso alla Fondation Gianadda, è gratuito. >>
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La Fondation Pierre Gianadda di Martigny (Svizzera) propone dal 2 marzo al 24 giugno una rassegna sul tema del RITRATTO in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi, da cui provengono le oltre 60 opere di significativi artisti europei, da Antonin Artaud a Maurice de Vlaminck, che raccontano lo sviluppo di questo genere nel corso del ‘900.
Così descrive la mostra e le problematiche che la riguardano il curatore Jean-Michel Bouhours:
Tra i generi pittorici d’Accademia, il ritratto, che si potrebbe pensare refrattario alle rivoluzioni estetiche e a quelle moderniste in particolare, ha in verità prodotto la maggior parte delle icone dell’arte del ventesimo secolo. Non si fa un ritratto impunemente, senza che da subito si manifestino dei presupposti filosofici, religiosi, mitici o metafisici.
Cubista, futurista o surrealista il ritratto è un manifesto estetico. Per questo sembra non perdere mai completamente la sua dipendenza dal modello. La somiglianza va oltre la forma; la trasgressione della figura è in realtà una trasfigurazione. Quando verrà la delusione della Storia, il ritratto racchiude in uno la violenza, la crudeltà e la tragedia dell’umanità contemporanea.
Chaïm Soutine (1893 – 1943), Le Groom, (1925), Huile sur toile, 98 x 80.5 cm, Ancienne collection du baron Kojiro Matsukata affectée en 1959 au Musée national d’art moderne en application du traité de paix avec le Japon de 1952; ©ADAGP. © Collection Centre Pompidou, dist. RMN / Philippe Migeat
Questa mostra progettata per la Fondation Gianadda a partire dalle prestigiose collezione del Centre Pompidou attorno al tema del ritratto e dell’autoritratto, comprende una sessantina di capolavori eseguiti da grandi artisti del XX secolo: Pablo Picasso, Henri Matisse, Amedeo Modigliani, Henri Laurens, Fernand Léger, Alberto Giacometti, Antonin Artaud, Francis Bacon o Antonio Saura…
Dopo la prima rivoluzione moderna, rappresentata dai ritratti degli umanisti di Dürer, di Jan van Eyck o di Frans Hals, dopo la frattura dell’impressionismo, che ha rivendicato l’autonomia del pittore, l’artista moderno ha praticato il ritratto andando oltre la rappresentazione del modello, per giungere attraverso il soggetto all’incontro del suo “io interiore” e dei propri intendimenti artistici.
L’artista si è contemporaneamente liberato dai vincoli fino ad allora tipici del ritratto, quelli posti dal committente che si aspettava non solo una rappresentazione gradevole, ma anche la messa in scena di una posizione sociale attraverso un insieme di simboli ben codificati.La mostra si sviluppa entro cinque moduli tematici:
I misteri di un’anima
Sotto questa voce, il regista tedesco G.W.Pabst realizzò nel 1926 uno dei primi film aventi a tema la psicoanalisi. Tra la teoria psicoanalitica, in cui il sogno è concepito come la via principale di accesso all’inconscio, e altre pseudoscienze come la fisiognomica che cercano nell’espressione o nella morfologia del viso i dati oggettivi della personalità, c’è a cavallo del secolo una convergenza nel tentativo di leggere ciò che l’uomo considerava come la parte terribile di se stesso.Due movimenti artistici, il Fauvismo e l’Espressionismo hanno costituito l’eco della fragile soggettività dell’individuo. Le occhiaie delle donne di Chabaud o di Jawlensky, sembrano metonimia della loro bassezza: donne fatali o angeli caduti costituiti pittoricamente come nuovi idoli di un nuovo mondo urbano ed elettrico. La malinconia della Dédie di Modigliani, lo sguardo sbilenco e deforme del fattorino di Soutine, la cancellazione delle caratteristiche del volto di Jacques Villon, Marc Chagall o André Masson esasperano la presenza quasi magica del mondo interiore del modello.
Autoritratti
Leon Battista Alberti nel De Pictura pubblicato nel 1435 a proposito dell’origine della pittura, evocava “Narciso”, innamorato della sua immagine. L’artista si affida a strumenti pratici, utilizza lo specchio per riprodurre attentamente la propria immagine speculare. Ma in questa ricerca di sé che prende le forme di un incontro con la propria immagine, molti artisti riconoscono la difficoltà di un ritratto introspettivo: il sé è il modello sicuramente più complesso e più resistente all’analisi.
Beckmann dice: “… il sé è il più grande segreto del mondo, io credo al sé nella sua forma eterna e indistruttibile”. Questa difficoltà di una ricerca introspettiva attraverso l’autorappresentazione combinata con il problema del “doppio”, genera per ogni opera un manifesto metafisico e pittorico.
René Magritte (1898 – 1967), Le viol, 1945, Huile sur toile, 65.3 x 50.4 cm, Legs Mme Georgette Magritte, 1987; ©ADAGP. © Collection Centre Pompidou, dist. RMN / Philippe Migeat
Il volto alla prova del Formalismo
Uomo nuovo? Superuomo di marca nietzschiana? L’isolamento del viso dal resto del corpo, la semplificazione della morfologia umana per una forma senza “incidente morfologico” allontana la scultura dall’immagine del “contenitore” del modello. Questa è l’affermazione di un anti-mimetismo che deriva, secondo Constantin Brancusi, da una concezione platonica della scultura come Idea.
Per i cubisti sono state spesso evocati il riferimento al primitivismo della maschera rituale o alle espressioni arcaizzanti del volto e le rappresentazioni non hanno mancato di suscitare repulsione da parte del pubblico che vedevano in esse un oltraggio a ciò che fonda l’umano o anche una bestemmia per la parte dell’uomo che Dio ha creato a Sua immagine. La somiglianza, concetto mimetico del tratto per tratto, processo di analisi e sintesi della fisionomia del modello da parte dell’artista permette non solo una grande espressività, ma spesso anche la traduzione in linguaggio plastico della personalità del modello.
Caos e disordini o l’impossibile permanenza dell’essere
Le opere qui riunite hanno in comune un piacere folle per l’imperfezione, l’esatto opposto dei canoni di perfetta bellezza, ereditati dal classicismo dell’antica Grecia.
Francis Bacon come Alberto Giacometti elaborano figure sempre sul punto di rottura, della decostruzione o della decomposizione. Nell’arte del ritratto ecco il “crollo dell’essere” per Jean Clair a proposito di Boeckl, schianto del sé interiore secondo Artaud, visione della morte che si invita sempre ma a volte più di altre. Nel ritratto sorprendente di Caroline di Giacometti, la miniaturizzazione della testa che sembra sullo sfondo del piano del corpo, conferisce tutta la potenza e l’autorità del modello: “una piccola massa di vita, duro come un sasso, farcito come un uovo” ha scritto lo scrittore Jean Gen?t. Il volto umano universale di Giacometti è anche l’espressione della lotta senza senso della vita.
Dopo la fotografia
Alla progressiva maturazione del ritratto accademico al termine di lunghe sedute di posa, la fotografia alla metà del XX secolo ha opposto il miracolo, ma forse anche la dittatura dell’istantaneo. Scattare un ritratto significa affermare l’immediatezza, che garantisce la naturalezza e l’obiettività. Se la fotografia ha plagiato e riprodotto i codici della pittura, soprattutto nel campo della ritrattistica, la pittura ha compiuto un cammino identico ma simmetrico: facendo proprio il principio di posa istantanea e improvvisa (Cassandre, Balthus), di un punto di fuga abbassato o affondato (Beckmann, Derain), rivendicando nello stesso tempo la pittoricità, quella della materia o del tema (Marquet o Derain). In quanto superamento della fotografia, la pittura del ventesimo secolo ha rifiutato il principio di oggettività a favore dell’affermazione di una situazione pittorica.Il catalogo, introdotto dal testo di Jean-Michel Bouhours, presenta la riproduzione a colori di tutte le opere esposte.
Alexei von Jawlensky (1864 – 1941), Byzantinerin (Helle Lippen), 1913, Huile sur carton, 64 x 53.5 cm, Donation M. Robert Haas, 1982; © Collection Centre Pompidou, dist. RMN / Droits réservés
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Elenco degli artisti di PORTRAITS RITRATTI, COLLECTIONS DU CENTRE POMPIDOU
Antonin Artaud (1896 – 1948)
Francis Bacon (1909 – 1992)
Balthus (1908 – 2001)
Georg Baselitz (né en 1938)
Max Beckmann (1884 – 1950)
Herbert Boeckl (1894 – 1966)
Pierre Bonnard (1867 – 1947)
Constantin Brancusi (1876 – 1957)
Victor Brauner (1903 – 1966)
Alexander Calder (1898 – 1976)
Cassandre (Mouron Adolphe J. Marie) (1901-1968)
Auguste Elysée Chabaud (1882 – 1955)
Marc Chagall (1887 – 1985)
Joseph Csaky (1888 – 1971)
Giorgio de Chirico (1888 – 1978)
Robert Delaunay (1885 – 1941)
André Derain (1880 – 1954)
Raymond Duchamp-Villon (1876 – 1918)
Raoul Dufy (1877 – 1953)
Jean Fautrier (1898 – 1964)
Léonard Foujita (1886 – 1968)
Emile Othon Friesz (1879 – 1949)
Pablo Gargallo (1881 – 1934)
Alberto Giacometti (1901 – 1966)
Natalia S. Gontcharova (1881 – 1962)
Julio Gonzales (1876 – 1942)
Boris Grigorieff (1886 – 1939)
Juan Gris (1887 – 1927)
Alexei von Jawlensky (1864 – 1941)
Roger de la Fresnaye (1885 – 1925)
Mikhail F. Larionov (1881 – 1964)
Valentine Hugo (Valentine Gross) (1887-1968)
Marie Laurencin (1883 – 1956)
Henri Laurens (1885 – 1954)
Henri Le Fauconnier (1881 – 1946)
Fernand Léger (1881 – 1955)
Tamara de Lempicka (1898 – 1980)
Jacques Lipchitz (1891 – 1973)
Auguste Macke (1887 – 1914)
Alberto Magnelli (1888 – 1971)
René Magritte (1898 – 1967)
Henri Manguin (1874 – 1949)
Albert Marquet (1875 – 1947)
André Masson (1896 – 1987)
Henri Matisse (1869 – 1954)
Amedeo Modigliani (1884 – 1920)
Pascin (1885 – 1930)
Pablo Picasso (1881 – 1973)
Jean Pougny (18982 – 1956)
Antonio Saura (1930 – 1998)
Gino Severini (1883 – 1966)
Chaïm Soutine (1893 – 1943)
Suzanne Valadon (1865 – 1938)
Kees van Dongen (1877 – 1968)
Jacques Villon (1875 – 1963)
Maurice de Vlaminck (1876 – 1958
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Fondation Pierre Gianadda
PORTRAITS RITRATTI, COLLECTIONS DU CENTRE POMPIDOU
Martigny, Fondation Pierre Gianadda (Rue du Forum 59 – 1920 Martigny – Svizzera)
2 marzo – 24 giugno 2012
Orari: tutti i giorni ore 10.00-18.00
Il biglietto di ingresso
Euro 15; terza età: Euro 13,50; famiglie: Euro 32; bambini oltre 10 anni e studenti: Euro 10; gruppi: Euro 14,00.
Catalogo: Fr. 45.– (circa Euro 40,00)
consente di visitare anche:
_ la Collezione Franck _ il Parco delle sculture
_ il Museo dell’automobile _ il Museo gallo-romano
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