Abbiamo terminato il post precedente facendo una raccomandazione: diffidare sempre da chi garantisce rendimenti sicuri. Ribadiamo che il rendimento dei fondi comuni non è garantito e non può essere quindi prestabilito.
I fondi sono strumenti finanziari il cui scopo è quello di ridurre il rischio attraverso una diversificazione degli investimenti con lo scopo di ottenere un rendimento ottimale. “Ottimale” significa che il portafoglio (che presenta sempre un certo rischio) deve essere in grado di raggiungere il rendimento migliore rischiando di meno.
Ma tutti i fondi comuni, anche quelli obbligazionari e monetari, che per natura hanno una gestione prudente, possono non rendere nulla o addirittura perdere. Si salvano solo i fondi di liquidità, perchè il loro portafoglio è composto esclusivamente da Bot e strumenti finanziari di
brevissimo termine, per cui riescono sempre ad ottenere un rendimento, anche se minimo.
Sottoscrivere quote di fondi comuni significa dunque investire in strumenti finanziari con un certo grado di rischio. Questo perchè i titoli contenuti nel portafoglio sono soggetti a oscillazioni di prezzo anche imprevedibili, dovuti alle contrattazioni di Borsa per le azioni, al variare dei tassi per le obbligazioni ed alle oscillazioni delle valute.
Le variazioni di valore, in più o in meno, sono più veloci e marcate nei fondi azionari e inferiori nei fondi obbligazionari. Ci sono anche dei fondi azionari che hanno oscillazioni più forti rispetto ad altri fondi azionari, come ad esempio quelli che investono nei Paesi emergenti (che sono più rischiosi) rispetto ai fondi europei. Così anche i fondi obbligazionari che investono nelle valute sono più suscettibili di oscillazioni di quelli che investono su titoli in euro, in quanto, oltre al rendimento dei titoli influisce anche il rapporto di cambio con l’euro.
Anche i tassi influiscono sul rendimento dei fondi obbligazionari. In questo senso, un fondo obbligazionario che investe a lunga scadenza oscillerà molto più di un fondo formato da titoli a breve o medio termine.
Il valore di tutti questi fondi, definiti “tradizionali”, sale se i mercati sui quali hanno investito salgono e scende nel caso contrario. Questo viene definito relative return (ritorno o rendimento relativo), perchè esiste una rigida correlazione dei fondi con l’andamento dei mercati. L’alternativa, se non il contrario, sono i fondi absolute return (ritorno o rendimento assoluto), cioè i fondi che presentano un’incidenza con il mercato bassa o nulla, e riescono ad ottenere (o almeno tentano di ottenere) risultati positivi anche in un contesto di mercato sfavorevole. Essendo scorrelati da qualsiasi benchmark, l’obiettivo primario è quello di difendere il capitale. E questo è possibile (ma non è stato sempre così in passato) con l’uso di strategie e strumenti particolari, come per esempio usando i future per la copertura dei rischi.
Vogliamo segnalare un sito, morningstar.it dove è possibile trovare una completa informazione su tutti i fondi (e non solo) venduti in Italia, con i relativi rendimenti, ed anche strumenti di ricerca particolari. E quello che è più importante è che i giudizi espressi sono indipendenti e in italiano.