Come è cambiata la tassazione dei Fondi comuni investimento italiani dopo gli interventi fiscali degli ultimi 12 mesi
Abbiamo già parlato della tassazione sugli investimenti, ma un capitolo a parte meritano i Fondi comuni investimento.
I rendimenti dei Fondi dal 1 gennaio 2012 sono tassati al 20%, come le azioni, i corporate bond, i conti di deposito e altri strumenti finanziari. Sono esclusi i titoli di Stato che hanno mantenuto su capital gain e cedole la vecchia aliquota del 12,50%.
C’è da dire che dal 2011 i Fondi comuni investimento italiani avevano ottenuto, dopo una lunga attesa, la parificazione del meccanismo di tassazione rispetto ai Fondi di diritto estero. Per cui gli investitori versano al fisco il 20%, ma solo quando, in caso di disinvestimento, realizzano un guadagno. Se, per esempio, abbiamo
investito 100 e abbiamo disinvestito 130, pagheremo il 20% di tasse su 30, che rappresenta il guadagno del nostro investimento. Questo meccanismo era già previsto da tempo per le Sicav (fondi esteri) e, dunque, con questo provvedimento, è stata sanata la sperequazione che svantaggiava i Fondi comuni investimento italiani.
Da precisare che l’aliquota del 20% verrà compensata con la parte investita in titoli di Stato che sono tassati al 12,50%.
Fino al 2011, invece, la tassazione “sul maturato” dei fondi italiani prevedeva un complesso meccanismo di accantonamento giornaliero che ha penalizzato gestori e clienti, creando un grosso credito di imposta. Dunque, oggi sui siti e sui quotidiani vengono riportati i valori lordi dei fondi e non più i prezzi al netto delle tasse.
Sui fondi, inoltre, come per tutti gli strumenti finanziari (compresi i titoli di Stato), grava la cosiddetta “patrimoniale”. E’ una tassa che fino al 2012 era pari allo 0,10% del patrimonio con un minimo di 34,20 euro ed un massimo di 1.200. Dal 2013 sale allo 0,15% senza tetto massimo. E’ da notare come questa tassa sia penalizzante per i piccoli investitori di fondi comuni investimento. Infatti, per fare un esempio, chi compra fondi per 1.000 euro pagherà un’imposta di bollo di 34,20 euro, con un’incidenza percentuale quindi del 3,42%. Mentre chi ne investe 100.000 pagherà 150 euro, ma in percentuale la tassa è dello 0,15%.
I Fondi comuni investimento e le Sicav sono inoltre esentati dalla nuova tassa (Iva del 21% sulle commissioni) stabilita da una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, che colpisce invece le gestioni patrimoniali individuali.
Non si è invece più parlato del progetto di inserire i fondi comuni in conti di risparmio a tassazione agevolata purchè il titolare si impegni a tenere vincolati i risparmi per un periodo di tempo medio-lungo, in ottica previdenziale. L’idea è già stata sperimentata in Francia e si spera che anche da noi non sia tramontata definitivamente.