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Fondi comuni, la scelta di un fondo tra le diverse categorie. I Fondi di liquidita’. (Prima parte di quattro)

Da Mrinvest

Fondi comuni, la scelta di un fondo tra le diverse categorie. I Fondi di liquidita’. (Prima parte di quattro)Per semplificare, tratteremo come “Fondi” sia i Fondi comuni di investimento, sia i comparti delle Sicav (Società di investimento a capitale variabile), perchè in sostanza il loro funzionamento è uguale.
Esistono sul mercato vari tipi di fondi comuni con caratteristiche ben precise in termini di profilo rischio/rendimento. Infatti un modo intelligente e sensato di scegliere i fondi su cui investire è la valutazione tra il rischio che si è disposti a correre ed il rendimento atteso.
Per consentire al risparmiatore di orientarsi tra gli oltre 1.000 fondi comuni di diritto italiano, Assogestioni, l’Associazione di categoria delle Società di gestione, ha elaborato una classificazione ufficiale dei fondi comuni, che prevede sei categorie:
1) Fondi di liquidità
2) Fondi monetari
3) Fondi obbligazionari
4) Fondi bilanciati
5) Fondi azionari
6) Fondi flessibili
Ogni categoria si divide in sotto categorie (circa 50 complessive) in base a differenti

criteri (per esempio i fondi azionari si dividono in azionari Italia, azionari Europa, e altro; gli obbligazionari in governativi breve termine, corporate, e così via).

Analizziamo una per una le sei categorie.
> Fondi di liquidità. Investono in strumenti finanziari di brevissimo termine con scadenze che non vanno oltre i sei mesi. Possono investire in prevalenza in titoli di Stato (Bot a tre e sei mesi, Bot e Cct con durata residua di sei mesi) e in pronti contro termine. Quando salgono i tassi di interesse aumenta il rendimento di questi fondi e, viceversa, quando i tassi scendono, diminuiscono. Per cui il loro rendimento è più o meno in linea con quello dei Bot a sei mesi, non è elevato, ma al tempo stesso è stabile, perchè il valore della quota oscilla di poco, quindi il rischio di perdere è praticamente nullo.
I fondi di liquidità sono adatti a chi non può investire nel medio lungo termine, perchè magari i risparmi dovranno essere impiegati nel breve per fronteggiare una spesa. Potrebbero essere anche un parcheggio “tattico” in un momento di crisi dei mercati, in attesa di essere investiti in strumenti più “impegnativi” quando i mercati volgeranno “al bello”.
Un accorgimento da seguire quando si comprano questi fondi è quello controllare le commissioni di gestione applicate al patrimonio. Con i tassi di mercato attuali così bassi, una commissione di gestione sopra lo 0,15-0,20% comprometterebbe la performance del fondo.
Inoltre, vale la pena di leggere il prospetto informativo per essere sicuri che il fondo acquisti solo titoli con scadenza residua di sei mesi, quindi non obbligazioni che superino tale scadenza.
Possiamo concludere affermando che, comprare Bot e pronti contro termine o investire in un fondo di liquidità, è più o meno la stessa cosa. La differenza sta solo nella comodità di affidare ad altri la gestione del proprio denaro senza avere l’impegno di ricordarsi delle scadenze dei Bot o dei pronti contro termnine, e nel fastidio di recarsi in banca per rinnovarli.

(Segue seconda parte)


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