Soltanto il 35,5% della raccolta fondi Telethon viene destinato alla ricerca, il resto è ripartito tra varie spese.
Donati 30,5 milioni di euro, ma in calo del 5%: questo il dato puramente tecnico che emerge il giorno dopo la conclusione della maratona televisiva per la raccolta fondi Telethon, che conferma il trend negativo cominciato nel 2010. Una disaffezione da parte degli italiani sempre crescente negli ultimi anni, nonostante la Rai abbia puntato forte sulla maratona 2013 con testimonial di eccezione (persino un messaggio in video del Presidente Napolitano).
Utilizzo dei fondi Telethon raccolti.
Ma la diminuzione delle donazioni è soltanto la punta dell’iceberg “Telethon” che poco a poco sta emergendo. Forse perchè iniziano a circolare in modo più dettagliato le informazioni riguardanti l’utilizzo dei fondi Telethon raccolti: soltanto poco più di un terzo, per l’esattezza il 35,5%, è destinato alle “Delibere per la Ricerca delle malattie genetiche rare”, mentre il 64,5% prende altre strade. Tra queste sono annoverate le
spese per il personale, per il materiale e le strutture, oneri commerciali e finanziari, acquisti vari e ammortamenti.
Un totale di 8 milioni di euro circa è destinato al capitolo “personale”, dove sono riportati stipendi e compensi per consulenze e per dirigenti, ma non si fa cenno agli stipendi di medici e ricercatori. Altri 9 milioni di euro sono assegnati a “Servizi” e “Spese materiali e strutture”, utilizzati per i costi di locazione, noleggio auto, viaggi aerei, hotel e ristoranti solo per i dirigenti e i loro collaboratori di segreteria.
I progetti finanziati.
Diversi i progetti finanziati dai fondi Telethon, con annessi stipendi per dottorandi, ricercatori, tecnici e dipendenti amministrativi. Tra questi il “Tigem- Istituto Telethon di Genetica e Medicina”, poi il progetto “Hrs-tiget” per la terapia genetica dell’Istituto San Raffaele di Milano (fondato dal don Luigi Verzè, conosciuto per il crack finanziario e per aver acquistato un jet privato da 20 milioni di euro per eludere le file negli aeroporti) che pratica anche la ricerca sugli animali. Viene finanziato l’Istituto Telethon Dulbecco (Dti), che sostiene la carriera indipendente di giovani ricercatori; fondi anche all’archivio digitale di articoli scientifici, dove i ricercatori Telethon depositano una copia delle loro pubblicazioni, al fine di creare una fonte di informazione medico-scientifica all’interno del progetto “Open access”.
La ricerca ha fatto un flop.
Francesco Paravati, presidente della “Società Italiana di Pediatria Ospedaliera”, esprime un giudizio netto: la ricerca scientifica in Italia ha fallito, e afferma che negli ultimi anni le malattie genetiche sono di molto aumentate, come pure le malattie rare pediatriche che hanno raggiunto la cifra di 50mila pazienti. D’accordo con lui il neurologo Marcello Villanova dell’Istituto “Nigrisoli” di Bologna, che ribadisce che le ricerche fatti sui topi sono poi fallitti sull’uomo. L’affermazione di Jacques Testard, direttore di ricerca all’Inserm – Istituto francese di ricerca sanitaria e medica – è eloquente: “Se i donatori sapessero che il loro denaro, prima di tutto, è utilizzato per finanziare le pubblicazioni scientifiche, ma anche i brevetti di poche imprese o per eliminare gli embrioni dai geni deficienti, cambierebbero parere”.
Insomma, sembrerebbe che la destinazione della maggior parte dei fondi Telethon raccolti sia in buona parte vergognosa e approfittevole. Possibile che dietro a tutto questo ci sia del finto buonismo e perbenismo, nonchè ipocrisia?