Food Blog Awards 2014 Malvarosa Edizioni. Ischia e l’insostenibile leggerezza di un premio.

Da Idabricioleincucina

Orgoglio, felicità ed euforia sono coperti da un velo sottile di imbarazzo. I premi mi fanno quest’effetto, un po’ come quel sentimento malinconico che ci prende ai compleanni. E’ colpa di quell’invadente e ingombrante lente d’ingrandimento che ti piomba all’improvviso sulla testa, quell’occhio gigantesco che ti scruta per cercare di capire che razza di essere vivente sei e tu sai che non lo capirà mai fino in fondo. Perche’ mi sento una formica deformata nelle sue dimensioni attraverso un mezzo ottico. E’ una contorta sensazione che nasce da chi sa quale problema mentale, di cui tutti, chi di più chi di meno, ne soffriamo. Eppure masochisticamente ogni tanto partecipo a qualche concorso. Preferirei perdere? No.

Per chi in questi giorni non era aldilà della lente, sto parlando del premio che il mio blog, insieme ad altri 22 blog divisi per categorie, ha vinto per la fotografia: la seconda edizione dei FOOD BLOG AWARDS indetto dalla casa editrice MALVAROSA, con il sostegno di Fratelli La Bufala, Pastificio Di Martino, Cantine Pietratorcia, Gran Gusto e Imperatore Travel. La MALVAgia casa editrice, che già nel nome porta l’origine dei miei malesseri, editore italiano di riferimento del cake decorating e del food, artefice di veri libri gioiello che, oltre ad arricchire la mia cucina con piatti del nostro Mediterraneo, arredano la mia casa, mi ha costretto a navigare fino a Ischia per godere del premio.

Ripiena di dimenidrinato, con la nuca calamitata al poggiatesta dell’aliscafo, in compagnia di Anna, redattrice della casa editrice, angelo custode che ha alleggerito con calma e dolcezza la mia ansia, dopo poche onde mi sono ritrovata qui:

al TERME MANZI HOTEL, presso Casamicciola terme (Ischia),

 insieme a loro,

appassionate e terribili blogger che ho avuto il piacere di conoscere in questa occasione. Sono solo una parte delle vincitrici. Le altre si aggiravano perplesse ammirando l’originale arredamento della struttura. Dal classico all’orientale, l’oggettistica e l’architettura interna ci parlano della storia dell’isola, attraverso i simboli delle sue dominazioni e dei personaggi illustri di passaggio.

Il relais, ahime’, era solo un passaggio per le sacre cucine del ristorante Il Mosaico, teatro del Grand Chef Nino Di Costanzo. Il cuore del premio.

Siamo state incoronate cuoche per due ore di cooking class dallo Chef in persona, sorridente e rassegnato all’invasione di gruppo.

(Foto di gruppo di Massimo Verde)

Le note dei suoi spartiti, dettati da una mente follemente lucida (famosa la sua pasta e patate con 22 tipi di formato diverso di pasta di Gragnano e 3 tipi di patate), le singole componenti delle sue creazioni, vengono eseguite scrupolosamente dalla sua brigata e negli occhi dei cuochi si legge l’orgoglio di far parte di quell’orchestra. Sembra quasi che giocano mentre trasformano le materie prime di alta qualità in piccole opere architettoniche.

(cilindri di branzino)
 (patate vetrificate)

Noi siamo state seguite nella preparazione dei ravioli alla caprese, la cui sfoglia si ricava da un impasto di farina cotta nell’acqua bollente e strutto, ripieni di ricotta di bufala mantecata con la maggiorana, conditi con un sugo di pomodorini ciliegini e datterini sapientemente bilanciati e rifiniti con una salsa al basilico. Una semplice goduria.

  

Con il gambero al mandarino e ricottina di bufala abbiamo avuto l’onore di impegnare le nostre mani nell’esecuzione di una piccola scultura dello Chef. Il profumo della salsa ricavata dalle bucce del mandarino, la selezione di oli e i piccoli coralli dei crostini di pane al nero di seppia sulla sfoglia di gambero crudo, sono una sintesi sensoriale del mare e della terra che ci nutre di prodotti di prima qualità.

  In linea con gli insegnamenti ricevuti nella grande cucina, dopo aver assaggiato i piatti da noi preparati e altre delizie, la Malvarosa ha ben pensato di farci cuocere a bassa temperatura trasferendoci alle Terme del Negombo. Un giardino termale che si arrampica a balze intorno alla Baia San Montano, uno dei più antichi stanziamenti greci d’occidente. Qui si pensa abbia avuto origine la Magna Grecia.

Piante provenienti da tutto il mondo custodiscono il suono dello scorrere delle acque. Nell’ 88 è stato riportato alle sue origini storiche dal paesaggista Ermanno Casasco, con un intervento umano nel pieno rispetto della sua naturalezza. Percorsi volutamente accidentati e non indicati conducono alle varie vasche di acque termali, ognuna con il suo carattere terapeutico. E’ stato rigenerante anche solo il perdersi in mezzo a quella vegetazione (anche perche’ avevo lasciato il costume in albergo).

E adesso silenzio.

  

    (Trattoria Casa Colonica al Negombo)

Leggenda narra che anche i nostri racconti di quest’esperienza saranno sottoposti a giudizio. Al mio manca qualcosina, visto che ho potuto godere solo di uno dei tre giorni vinti. Rimedio ringraziando la giuria:

il simpatico e affascinante professor Agostino Cattaneo, presidente di giuria, docente presso l’Università Bocconi di Milano;
Donatella Bernabò Silorata giornalista del gruppo Espresso La Repubblica;
Miriam Bonizzi responsabile dell’area blog di Malvarosa Edizioni;
Alessandra Scollo food blogger e autrice di “Le merende di Mamma Papera” che purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere in quest’occasione;
la ormai mitica e leggendaria Vatinee Suvimol avvocato e food blogger che finalmente ho abbracciato;
Monica Zacchia direzione del TG5 e food blogger, bellissima;
Massimo Verde food editor di Malvarosa Edizioni ed esperto di comunicazione.
E lei, Rossella Guarracino, la direttrice della Malvarosa Edizione. La mente e il sorriso.

(Curiosità: Abhaya mudra, il Buddha in piedi con una mano alzata, simboleggia l’offerta di protezione del Buddha ai suoi seguaci e la liberazione dalle paure, ovvero la rassicurazione)


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