E’ una sfida all’ultima idea: venti ragazzi di nazionalità diverse si sono dati appuntamento a Reggio Emilia per allentare, con ingegno e volontà, il nodo della nutrizione nel mondo. Non ci sono soluzioni facili, questo lo sappiamo, ma vederli impegnati, poco più che ventenni, a progettare start up e rilanciare sul piatto una scommessa così importante, fa la differenza. Nell’ambito di Food Innovation Program, master promosso dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia con Institute For The Future di Palo Alto e Future Food Institute, consente ai ragazzi nei nove mesi di durata un lavoro continuativo su temi legati alla salute alla sostenibilità e al social responsability nell’ambito agroalimentare.
Food Hackathon
Al primo recente Food Hackathon nell’Officucina di Reggio Emilia, questi studenti si sono incontrati con il pubblico e con le imprese, confrontandosi apertamente sui progetti da loro ideati e seguiti passo passo da professori, opinion leaders, imprenditori, mentor esperti del cibo.
Chiara Cecchini, laurea a Firenze in economia aziendale specializzanda in International managment, ha creato una start up chiamata “Mind food”. In sintesi traccia l’ attività fisica dell’ utente, convertendo il numero di passi in sconti e prodotti sani e biologici. Più cammini più buoni incameri. “La mia idea si basa sul principio dell’incentivo al movimento – racconta Chiara – più le persone camminano senza utilizzare macchina o mezzi pubblici, più vengono premiate con dei buoni spesa. Alla fine dei tuoi 10.000 passi sai che trasformarli per spenderli in qualcosa di buono. Perché la mia vuole essere anche una guida alimentare idea interessante anche per Elisa Bedin, laurea magistrale in Scienze Agrarie, che ha ideato insieme alla MIT (Massachusetts Institute of Technology) la GrowBot, ovvero una serra utilizzabile nelle scuole per far capire ai bambini il processo di crescita dei vari prodotti agroalimentari: “Cerchiamo di insegnare loro un’educazione al cibo, coinvolgendoli in modo divertente – spiega Elisa – in questo modo hanno un contatto con la natura più ravvicinato”. (Margherita Taurino)