Sabato 16 Novembre 2013 – ore 21,15
Compagnia Teatrale I Rusteghi presenta
una favola comica di Neil Simon
Fools (traducibile: gli stupidi) è una delle pièces di Neil Simon (New york 1927) meno conosciute e rappresentate. L’autore la definiva una “favola comica” che possedeva al suo interno appena un “baluginìo di stupidità”. La commedia rielabora un racconto popolare russo su un villaggio popolato da idioti, vittime da duecento anni della singolare maledizione (ma sarà poi così singolare?) di non capire nulla di nulla e di essere refrattari a qualsiasi apprendimento. Ma, a ben guardare, più che di idiozia vera e propria, si tratta di una sorta di “stupidità intelligente” non priva di intuizioni illuminanti sui paradossali intrecci della condizione umana, sempre sospesa tra ragione e follia, nozioni
del tutto relative che appaiono umoristicamente delle realtà speculari e contigue, facili a scambiarsi le “parti” in una commedia come nella “pupazzata” della vita vera. Nella leggerezza o apparente inconsistenza e vacuità delle situazioni e dei personaggi si può così intravedere qualche potenzialità drammatica, qualche interrogativo serio, nella logica paradossale dell’umorismo. Simon si ispira al classico schema della commedia degli equivoci, spesso innescati dalla difficoltà dei personaggi di condividere un significato univoco delle parole, come se parlassero lingue diverse, per di più incapaci di superare le barriere del puro livello letterale. Di qui scaturisce una riflessione sulla natura arbitraria del linguaggio e sugli effetti ingannevoli della comunicazione nel rapporto con gli altri. Ciò che avviene comunque avviene esclusivamente sul piano linguistico: la commedia mette in scena il trionfo del linguaggio, il suo potere assoluto sulla realtà. Linguaggio è infatti la maledizione, i tentativi di spezzarla: si pensi alla surreale e pirotecnica scena finale del matrimonio dove si susseguono un’adozione, un divorzio, un matrimonio e una morte in famiglia. Tutto però avviene unicamente sul piano linguistico, all’interno di quelle infinite possibilità della lingua che la commedia indaga.