Magazine Opinioni

Foot-ball africano

Creato il 28 luglio 2011 da Marianna06

Anche i sogni dei genitori africani  sono, come del resto in ogni angolo del mondo conosciuto, quelli che i loro figli possano avere un futuro decisamente migliore del proprio.

Ma se, fino a qualche tempo fa, il riscatto sociale e un luminoso avvenire scaturivano per questi padri e queste madri dall'impegno  dei figli  negli studi, a  costo di qualunque anche oneroso sacrificio, oggi non è più così.

Le cose sono cambiate e di parecchio.

I media, in Africa come altrove, propongono, infatti, nuovi accattivanti modelli di vita.

Modelli in apparenza vincenti.

E se per le ragazze "fare la modella", o meglio ancora l'attrice in qualche soap-opera o la "velina" in tv, è un'aspirazione caldeggiata magari anche in famiglia, per il figlio maschio il top è  quello di sfondare nel mondo del calcio.

Insomma il velinismo e il vippismo nostrano hanno raggiunto, via cavo, anche il continente africano.

Personaggi come Roger Milla e George Weah, a partire dagli anni '90 hanno fatto  presa e come sull'immaginario collettivo africano.

E si capisce anche il "perché", specie se si guarda alle cifre guadagnate da questi campioni e ai magri stipendi di un qualsiasi impiegato o, funzionario o militare ,pagati (se e quando) nei Paesi africani.

Lo stipendio mensile del giocatore dell'Inter,Eto'o,  rappresenta , ad esempio, tre volte il bilancio dell'intera federazione di calcio camerunense.

Vi pare poco?

Accade così che "qualcuno",  il talent-scouts di turno, dall'altra parte del mondo, ne approfitti subito per fare il "proprio" affare.

In breve accade che  moltissimi giovani(è più esatto  però dire giovanissimi  anche di 12-13 anni)) africani,con parecchi sogni in testa e grosse ambizioni, vengano selezionati e scelti per venire a giocare in Europa da individui dall'affare "troppo facile".

Ma... per migliaia che ne arrivano, coloro che riescono nell'intento si possono contare sulle dita di una sola mano.

E  gli altri?

Per gli altri c'è frustrazione e vergogna per non essere poi riusciti a concretizzare il sogno. E quindi una forma di abbandono, che s'identifica  sovente con il vivere alla giornata, immersi in una forma di apatia e straniamento, disponibili a qualunque cosa, pur di non tornare indietro.In Africa.A casa.

Allora ?

Allora su questi traffici umani, non meno che su quelli riguardanti prostitute e bassa manovalanza  maschile, occorre sorvegliare.

E farlo con la massima attenzione e la dovuta severità da parte di chi ne ha sia l' autorità che  la competenza .E  tanto in Africa quanto in Europa.

Ma perché questo sia.... bisogna parlarne e tanto.

Dai giornali e dagli schermi della tv.

Occorre, in parole povere, fare opinione.

Mettere il "cosiddetto" dito nella piaga, perché la gente sappia e trovi  così la forza di sdegnarsi.

E" mai più"... vite spezzate.

Nè uomini, né donne, né giovani, né giovanissimi.

Anche questa è solidarietà con l'Africa.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

Calcio
 

 

Insomma basta sacrificare giovani e giovanissimi ad un immaginario successo


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :