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Forconi sì e no: chi c’è davvero in Piazzale Loreto

Creato il 11 dicembre 2013 da Alexispaparo @AlexisPaparo

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“Qui non siamo né comunisti né fascisti né niente: siamo ragazzi come te che si sono rotti i coglioni”. Piazzale Loreto ore 18. Due, forse trecento persone tra la rotonda e le vie intorno.  Luca è qui da ieri e tornerà anche domani. E’ arrivato alle 17 perché è stato tutto il giorno in università. “Sono al terzo anno di Sua (Scienze umane dell’ambiente ndr) e sono qui perché mi sono rotto di stare a guardare i miei che parlano parlano e non fanno niente.” E tu cosa vuoi fare? “Sto qui finché non si dimettono, tutti. Io non ho niente da perdere perché alla mia generazione hanno tolto tutto. Ora gli presentiamo il conto. “Applausi sullo sfondo. Luca va a vedere. Sorride quando vede una, poi due, poi tre persone scendere dalle auto bloccate a singhiozzo in viale Brianza. Dal tir che si muove a passo d’uomo, un camionista abbassa il finestrino per prendere il volantino “L’Italia si ferma” che viene distribuito in giro ed è firmato da LIFE (Liberi imprenditori federalisti europei), I forconi, MAA (Movimento Autonomi Autotrasportatori), Azione Rurale Veneto, Cobas Latte, AITRAS (Associazione Italiana Trasportatori).  Alza il pugno chiuso e con l’altra mano si appoggia al clacson, a lungo. Si continua a sentire anche quando sparisce dietro la rotonda. “Scattaci una foto?” Cosa? “Sì sì scattaci una foto, sei della Digos no? Scherzo, sei dell’Unità?” Sono in tre, vestiti di nero. Fascisti. “Siamo fascio-leghisti. Ci chiamano così almeno”. Ma dicevano che qui non c’erano fascisti. “Come no? Eccoci qui.” Per fare? “Io faccio l’educatore cinefilo, per fortuna ho ancora un lavoro, ma la gente ha fame. Fatti un giro in Piazza Prealpi, guarda come la gente rovista tutti i giorni nei cassonetti, quando finisce il mercato. Se ne devono andare a casa. Pd, Pdl, tutti uguali”. Il Pdl non esiste più. C’è Forza Italia e il Nuovo Centro Destra. “Nuovo? Mi fai ridere”, si avvicina un altro. “Sono quelli di prima! E anche la Lega quando è andata lì (al governo ndr) ha fatto schifo.”  E Berlusconi? Voleva incontrarvi, poi ha rinunciato. O forse non lo avete voluto. “Berlusconi ha vissuto per vent’anni su una nuvola e ora si accorge di noi? Se fossimo in una paese normale sarebbe già in galera. ” Chi risponde fa di mestiere l’ambulante,  avrà 50 anni ed è un “fascio-leghista”anche lui.

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Intanto blocchi del traffico a vie alterne, altri clacson, altri applausi, l’inno nazionale, “Spostatevi sostatevi, Deve passare l’ambulanza”, “Stamattina ero a cercare lavoro, poi all’una sono venuto qui”, due o tre fumogeni, giornalisti, telecamere, bandiere dell’Italia come mantelli, una maschera di VperVendetta che copre la nuca e non il viso, carrozzine, striscioni, poliziotti. Niente caschi o passamontagna, né da una parte né dall’altra. Sopra tutto il megafono. Il megafono di Jacopo. Anche di altri ma soprattutto suo. Ventidue anni, codino biondo alto in testa e piercing, vestito di arancione. “Buonasera Italia, buonasera a voi che siete alla finestra. Scendete qui in piazza, scendete dalle auto. Perché se le ingiustizie le combattiamo tutti insieme ce la possiamo fare. Passaparola! Domani appuntamento sempre qui, il giorno dopo anche, finché non vanno a casa gli abusivi del Parlamento”. E ancora ”Qui non ci sono forconi. Qui siamo apartitici. I politici hanno cercato di infiltrarsi. Noi siamo l’Italia. L’Italia che non ce la fa più. A casa i ladri!”. Intanto il megafono giro e chi vuole può parlare. “Sono una mamma e ho due figli. Sono qui oggi per lottare per i miei figli e per questi ragazzi, che stanno facendo il lavoro che avemmo dovuto fare noi!”. Boato.

Jacopo stasera ha fretta e alle 18.30 lascia il “comando” ad altri: tra poco lo intervistano a “La Gabbia”. Ma soprattutto gli preme che non ci siano “casini”. “Vado via ma domattina sono di nuovo qui. Vi lascio qui fino alle 8 due persone di cui mi fido. Noi siamo qui pacificamente e i casinisti, se ci dovessero essere, vanno isolati. Io mi fido di voi!” Applausi. “Spacchiamo tutto!”, grida qualcuno. “Noi costruiamo, non spacchiamo”. Altri applausi.

Jacopo va verso la metro e lo accompagno. “Ma voi cosa siete? Forconi?”No. I forconi sono alla sede della Regione Lombardia. Siamo persone che no ce la fanno più. “Ma siete legati al comitato 9 dicembre?” “Nasciamo da loro ma ci stiamo evolvendo”. Cosa volete?” Le dimissioni del Parlamento, la cancellazione del Porcellum e il Mattarellum”. Si infila veloce tra i tornelli e non c’è il tempo di dirgli che il Porcellum è già stato dichiarato incostituzionale.

Ecco di nuovo i fascio-leghisti. “Fascisti, comunisti, o apolitici. Qui ci sono disoccupati, lavoratori, studenti, genitori con figli. Non importa cosa siamo, ma il fatto che siamo tutti insieme. Che stiamo male tutti insieme”. E forse hanno ragione. 

 

Alexis Paparo



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