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Oggi il Fordino compie cinque mesi, e considerata la piacevole nuova direzione che ho preso inserendo tra un film e l'altro le decisamente più importanti cronache della sua crescita, mi dedico a lui lasciando ai prossimi giorni le recensioni delle più recenti uscite in sala.
Sfruttando giugno come una grande, goduriosa, sospirata vacanza trasformando la condizione di cassaintegrati mia e di Julez - momentanea la prima, definitiva la seconda - in qualcosa di positivo e dedicato al Tempo e alla Famiglia, in casa Ford si è approfittato per riunire in una giornata qui dalle nostre parti tutti i nonni attorno all'ultimo arrivato al Saloon, con ospite speciale il bisnonno Ford, che a un mese e poco più dai suoi novant'anni ancora mostra una salute ed una volontà più che d'acciaio, confermandosi con la sua indipendenza - continua a vivere solo sugli Appennini emiliani arrangiandosi senza problemi di sorta - il vero Expendable di queste parti.
E' stata una giornata piena, fatta di momenti assolutamente divertenti - gli scambi tra il suddetto patriarca fordiano ed il proprietario del ristorante cinese di fiducia della zona a proposito della necessità di servire il pane a tavola e del traffico di Shanghai sono stati al limite del grottesco involontario e ci hanno strabiliati dal primo all'ultimo - ed altri quasi magici, con quattro generazioni di Ford separate più o meno da trent'anni ognuna sedute sulla stessa panchina al parco, prestando sorrisi, volti e storie diverse a fotografie pronte a raccontare quasi un secolo.
E dai quasi cinque mesi del Fordino si passava alle quasi novanta primavere del vecchio Salvo, che quando si parla della micosi alle unghie risponde ai consigli su come curarla: "Aspetta qualche anno e vedrai che va a posto da sola!", chiudendo il discorso con una sonora risata.
Ed è stata una risata in stereo quella che ha portato all'immagine dalla quale ho estratto - grazie alla sempre presente Julez - questi due sorrisi: novant'anni uno in braccio all'altro, dai Partigiani della provincia di Parma sul finire della Seconda Guerra Mondiale ad un bimbo nato lottando più di dieci anni dopo il Nuovo Millennio, dalla povertà del pane con le mele raccolte dagli alberi all'incognita di un posto fisso che pare un'utopia ed una pensione che probabilmente non arriverà mai, eppure pronti a sorridere della vita, della presenza, dell'essere e dell'esserci.
Tra i miei nonni, quello che teneva AleLeo in braccio l'altro giorno è senza dubbio quello che ho conosciuto meno, il più burbero, tosto, lontano dai bambini che potessi immaginare: rispetto a quello materno, che mi ha cresciuto, intrattenuto, insegnato a giocare a carte, fatto scoprire il Western e protetto, è stato senza dubbio una figura più sfuggente, un personaggio come potrebbero essere Walt Kowalski o Hemingway.
Eppure, ora che anche io ho qualche anno in più sulle spalle, ascolto i suoi racconti e penso alle telefonate spicce che capitano di tanto in tanto - mai più di un minuto, che lui non si è ancora abituato ad usare il telefono - e penso che soltanto una grande passione - per la vita, intendo - può muovere ancora il culo di qualcuno così vecchio ogni giorno con la voglia di scoprire cosa lo aspetta come se fosse ancora giovane, e mi torna in mente quella volta in cui, da bambino, vidi lui e mio padre pescare a mani nude una trota da sotto un masso lungo il Tarodine, affluente del Taro che passa proprio in mezzo ai boschi in cui mio nonno è cresciuto.
Spero che il Fordino possa portare con sè l'eredità di questa stessa passione, quella che ha guidato il suo bisnonno attraverso i boschi, suo nonno a cavallo di una bicicletta, anno dopo anno, infortunio dopo infortunio, suo padre dietro ad ogni parola che ha scritto, dalle più sconnesse di un dopo sbronza storico come quello della notte della sua nascita a quelle lucide che passano ora sulla tastiera fino al suo sorriso, che da solo ci disarma tutti, e sgretola perfino l'armatura di quell'uomo tutto d'un pezzo che anche i suoi figli hanno visto piangere soltanto una volta nella vita, al funerale di mia nonna, la donna con la quale aveva combattuto - forse amandola proprio in quel modo - per tutta la vita.
Quasi un secolo in una foto e in questa manciata di frasi.
Pare un miracolo.
Del resto, il bello della vita è proprio questo.
E la sua risposta è nell'espressività di quei sorrisi, in quel momento: come se l'età, il Tempo e tutte le regole del mondo non potessero intaccarli.
Come se la forza del primo potesse darmi la certezza che potrò sempre preservare e proteggere il secondo.
E fare un passo oltre.
Come spero lui potrà fare rispetto a me.
MrFord
"Then suddenly it happened
I lost every dime
but I'm richer by far
with a satisfied mind."
Johnny Cash - "A satisfied mind" -
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