
Prendo spunto dall'ultima battuta di Chinatown per spiegare il mio attuale atteggiamento nei confronti dei ristoranti del quartiere cinese. Il post di ieri ha suscitato un po' di curiosità, e se riguardo alla Dragon Dance vorrei documentarmi meglio prima di rispondere, sui ristoranti cinesi posso sempre raccontarvi la mia esperienza. Arrivata a San Francisco con l'esperienza dei ristoranti cinesi che in genere si fa in Italia, dove, a parte alcuni casi fortunati, "cucina cinese" equivale a pietanze tutte uguali precotte in scatola, ho sempre storto il naso all'idea di provare un ristorante cinese locale. Certo, ogni tanto mi è capitato, e anche se qui è più facile che i piatti siano effettivamente cucinati, anziché tirati fuori dalla scatoletta e riscaldati, non ho mai avuto esperienze esaltanti.Qualche mese fa, però, mentre eravamo in visita a New York, la nostra amica Cheryl Tan, una giornalista e scrittrice originaria di Singapore che scrive di cibo e se ne intende assai, ci ha portati in un ristorante che ha cambiato la mia idea della cucina cinese. Si chiama The Grand Sichuan, fa cucina, appunto, del Sichuan, ed è un ristorante strepitoso, completamente diverso dalla cucina cinese standard che si trova più spesso nei ristoranti. Di recente, poi, ho anche avuto la fortuna di mangiare cucina cinese fatta in casa da un'amica cinese, e naturalmente l'ho trovata buonissima.






