TECNICA (Arena Fonte Nova, Salvador). Sarà l’ora improba per i nostri ritmi circadiani ma la partita tra Uruguay e Nigeria che potrebbe aver deciso l’assegnazione del posto in semifinale, insieme alla Spagna, per il gruppo B della Confederations Cup appare incontro senza qualità. Eppure la “celeste” di Tabarez schiera l’attacco con i tre tenori, tre elementi che, tra passato e futuro, hanno in comune il fatto di rappresentare un pericolo costante per le difese avversarie: il lunatico Luis Suarez, il matador Edinson Cavani, che con l’azzurro sbiadito della Nazionale appare molto meno mortifero che con il Napoli, e il trentaquattrenne Diego Forlan che proprio questa sera è diventato il primo giocatore uruguagio con 100 presenze in nazionale e che si contende con Suarez il primato di reti nella celeste, entrambi issati al fischio d’inizio a quota 33 reti. La squadra di Scolari ha di fronte la Nigeria che è una mina vagante: arrivata all’ultimo secondo in Brasile dopo le ormai tipiche minacce di sciopero contro la Federazione, uscita da una facile vittoria contro Tahiti che poco dice sullo stato di salute dei campioni d’Africa.
L’Uruguay sconfitto dalla Spagna ha bisogno di una vittoria per rimanere in corsa e la ottiene: al 19′ la celeste va in vantaggio grazie ad un tocco sottomisura di Diego Lugano, dopo una fuga sulla sinistra di Diego Forlan che centra, Cavani tenta un improbabile colpo di tacco che si trasforma in un velo per il difensore che colpisce come può e inganna Enyeama. La posta in gioco è alta e la paura di perdere prevale in campo ma la partita decolla al 39′ quando Obi Mikel spara un missile che supera l’incolpevole Muslera.
Nel secondo tempo la Nigeria sembra in grado di imporsi sul piano del gioco ma viene punita al 51′ quando su una ripartenza con spazi larghi per l’Uruguay, Cavani, anonimo questa sera, pesca Forlan che all’ingresso in area bagna la sua centesima con un sinistro chirurgico, in splendida coordinazione, sul primo palo. La Nigeria, attesa dall’improbo impegno contro la Spagna, cerca un assedio che non dà frutti, non manca la volontà ma la qualità per dare ai campioni d’Africa le chiavi dell’area di Muslera mentre l’Uruguay gioca d’attesa cercando di addormentare la partita e facendo mulinare i tacchetti quando necessario.
Si lotta contro la noia fino al 95′ quando il triplice fischio issa l’Uruguay a 3 punti (6 potenziali visto il prossimo impegno contro Tahiti) come la Nigeria mentre la Spagna naviga a 6 punti.