Published on ottobre 29th, 2012 | by Carlo Di Berardino
0Uno dei temi che e’ stato discusso durante la riunione dei team alla vigilia del Gran Premio d’India e’ stato il problema della riduzione dei costi.
Un problema a suo tempo lanciato da Max Mosley ed ora ripreso da Ecclestone e Jean Todt. Ma le divisioni tra i team rimangono, sia su chi deve controllare che i limiti di budget siano rispettati sia i livelli di budget. Ovviamente il problema di Ecclestone e’ che parecchi dei team, cosiddetti di seconda fascia, non possa permettersi di iscriversi al campionato di F1, problema ancora maggiore a partire dal 2014 quando verranno introdotti i nuovi motori turbo V6 che sicuramente faranno lievitare i costi.
L’idea di Ecclestone e’ di limitare i costi della F1 ad un massimo di 250 milioni di dollari a stagione, idealmente includendo anche i salari dei piloti all’interno di questo livello di spesa. Ma e’ lo stesso Ecclestone ad essere scettico su tutto il piano di riduzione dei costi.
“Stiamo cercando di arrivare alla maniera giusta di farlo. Non mi piace la parola tagli, ma e’ l’unica maniera per farlo. Vogliamo ridurre il diretto legame tra spendere una montagna di soldi per essere competitivi. Dobbiamo introdurre una maniera secondo la quale tutti possono entrare in F1 attraverso un budget ragionevole. Il livello di 250 milioni di dollari e’ solo un’idea, ma una volta che ci siamo messi d’accordo sul principio, possiamo parlare di budget”, ha dichiarato Ecclestone.
Non mancano le voci discordanti. Mentre Horner della Red Bull nei giorni scorsi aveva espresso la sua opinione contraria all’idea di una riduzione dei costi e del ruolo della FIA come controllore, oggi anche Martin Whitmarsh della McLaren ha espresso i suoi dubbi, soprattutto sulla cifra proposta da Ecclestone: “Penso che una cifra di 250 milioni di dollari e’ comunque una bella cifra. Non vedo in che maniera possa aiutare i team piu’ piccoli. La filosofia di controllare i costi e’ importante, e’ importante per il nostro sport. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma ci sono diverse maniere per farlo. Bernie vuole un budget che controlli anche gli stipendi dei piloti. Noi proponiamo uno che ci si assicuri che i soldi vengano spesi nel modo giusto; ma anche controllando spese eccessive nello sviluppo della monoposto. Credo inoltre che sia irrealistico avere un tetto di budget perche’ diventa anche piu’ difficile controllarlo e accertarsi che tutti lo rispettino”.
La Ferrari per il momento tace sulla questione, mentre i team piu’ piccoli sono tornati all’attacco con la richiesta delle vetture clienti, soluzioni che taglierebbe in maniera radicale i costi di ingresso e di partecipazione al campionato di F1.