La casa di moda italiana Fornarina chiede scusa e ribadisce il suo profondo rispetto ai valori religiosi del popolo marocchino e alla loro fede musulmana. Reagendo alla forte emozione che hanno suscitato le riprese della pubblicità per la collezione primavera-estate 2012 alla Medersa Ben Youssef di Marrekech, ha espresso tramite un comunicato il suo rammarico per l’effetto negativo che ha provocato sulla popolazione. La Fornarina assicura che ha rispettato la legge e richiesto tutti i permessi per l’uso di riprese alle autorità pubbliche del Marocco. La pubblicità, prevede una modella vestita con abiti leggeri in prossimità dei muri incisi con calligrafie coraniche nella scuola Ben Youssef, da decenni Museo aperto al pubblico. Questo è il risultato del nuovo governo islamista di Benkirane, intollerante a ogni minima apertura all’occidente e questo caso ne è la prova provata, arrivando sino in Parlamento con una interrogazione. Non vedo dove sia lo scandalo tirato in ballo dai fondamentalisti islamici in quanto l’ex scuola coranica è aperta al pubblico ( e non è una moschea) e al suo interno migliaia di turisti fotografano e visitano il sito, anche in abiti succinti, lasciando quotidianamente molti soldi che però, guarda caso, non vanno nella manutenzione (la scuola cade a pezzi, è vergognoso vedere un capolavoro del genere sporco, muri scrostati, lampadine bruciate, ecc..) ma chissà in quali tasche. Sicuramente Fornarina aveva chiesto tutti i permessi (non sono degli sprovveduti!) pagando profumatamente il giusto ( e anche di più). E poi mi domando: ma durante le riprese ci sarà pure stato un responsabile che ha dato il via libera, o no? Uno shooting del genere prevede fotografi, registi, luci, trucco, vestizione e quant’altro, non è che si può fare en passant!! La solita ipocrisia.
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