Attacchi da più fronti al vertice Rai all'avvio della nuova stagione televisiva e in attesa delle novità sul piano di riorganizzazione dell'informazione del servizio pubblico, che sta provocando forte tensione nelle redazioni. Il dg Luigi Gubitosi finisce nel mirino del presidente della Commissione di Vigilanza, Roberto Fico, per la scelta di Massimo Giannini alla guida di Ballarò, dell'Usigrai per l'arrivo di un nuovo manager esterno e, insieme ai cdr del Tg3 e del Gr, per le scelte sull'informazione.
All'orizzonte di Viale Mazzini si profila un autunno caldo, non solo per le «forme progressive di protesta» annunciate dai giornalisti, ma anche perchè si tratta di tematiche già sollevate in cda dai consiglieri critici nei confronti dell'attuale gestione. Per Fico quella di Giannini alla guida di Ballarò è una scelta «incomprensibile». «L'ex vicedirettore di Repubblica e il suo staff potrebbero costare alla tv pubblica circa un milione di euro», scrive tra l'altro il parlamentare M5s in un post sul blog di Beppe Grillo.
«Optando per una squadra interna - prosegue -, Viale Mazzini avrebbe invece fatto un'operazione quasi a costo zero». Giannini ha firmato con la Rai un contratto biennale per - secondo le indiscrezioni - 450 mila euro l'anno. A provocare malumori a Rai3 anche il budget a disposizione del programma, sensibilmente più alto rispetto alle altre trasmissioni delle rete, come ad esempio Presadiretta che lamenta tra l'altro il taglio dei compensi alle partite Iva. Contro la scelta di un conduttore non dipendente Rai si era già scagliato l'Usigrai, che oggi però prende di mira il dg per un altro esterno: Valerio Zingarelli, scelto per l'incarico di direttore chief technology officer di Viale Mazzini.
«La passione per gli esterni - sottolinea il sindacato - e la totale disistima per le professionalità interne da parte del Dg della Rai sfida anche il calcolo delle probabilità. Per scegliere il capo del settore tecnologico sarebbe stata fatta una selezione tra 5 candidati e, guarda caso, tra 4 interni e un esterno è risultato migliore l'esterno». Fronte caldo anche al Gr Rai, dopo la scelta di sopprimere da lunedì prossimo alcune edizioni di Gr2 e Gr3. L'assemblea ha affidato al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero, definendo «inaccettabili ed incomprensibili i tagli imposti dall'azienda».
Nei giorni scorsi erano stati i giornalisti del Tg3 a schierarsi compatti contro la riorganizzazione dell'informazione che prevede la creazione di due newsroom, una per Tg1, Tg2 e Gr Parlamento, l'altra per Tg3, Rainews e Tgr. Al Tg1, invece, aveva provocato tensioni la scelta di sopprimere la rubrica Tg1 Storia e al Tg2 quella di togliere a Luciano Onder la conduzione di Medicina 33. «Il piano di rimodulazione delle edizioni del Gr, che prevede »5 edizioni brevi in meno tra Gr2 e Gr3« - replica l'azienda - »è un intervento assolutamente bilanciato con la contemporanea crescita delle edizioni del Gr1 e degli spazi di approfondimento di Radio1, un intervento di razionalizzazione e gestione del palinsesto, che non potrà che far bene alla radio, all'informazione e agli ascoltatori«.