Forza d'attrito e terremoti? forse qualche relazione esiste...

Creato il 19 ottobre 2010 da Alessandro @AleTrasforini


Studiandolo nel tipico esempio del piano inclinato e della generica massa m, l'attrito è un fenomeno che nella fisica elementare non si riesce a capire con immediatezza.
E' una forza dipendente strettamente dalla natura del terreno nel quale ci muoviamo, avente un valore capace in un certo tempo di far fermare oggetti di dimensioni qualunque.
La forza d'attrito è una grandezza traducibile in moltissime applicazioni ingegneristiche. Lavorando sulle prestazioni di veicoli, la progettazione meccanica moderna si perde tra questioni quali aderenza alla strada, attrito volvente od attrito radente.
Fenomeno dalle mille, probabili, interpretazioni, da qualche tempo a questa parte ne ha qualcuna in più.
L'informazione proviene dall'Università Ebraica di Gerusalemme, seguendo una serie di osservazioni svolte sotto la supervisione di Oded Ben David. Il principio, chiave interpretativa della teoria, prevede l'interpretazione del funzionamento dell'attrito  su scala microscopica.
Svolta una definizione dei fenomeni che lo caratterizzano in piccolo, si potrebbe poi estendere il concetto su scala macroscopica; punto di vista che riuscirebbe a porre efficacemente in relazione gli spostamenti delle faglie terrestri al potenziale verificarsi dei terremoti.
Meglio di qualsiasi interpretazione agli elementi finiti, appunto.
Lo studio mostra, diversamente da quanto pensato fino ad oggi, che le forze agenti su due superfici sottoposte a sfregamento non sono affatto uniformi. Hanno, invece, un andamento irregolare ed indirettamente veicolato alla possibilità di emettere vibrazioni pericolose per la superficie terrestre. Stefano Zapperi, del Cnr-Ieni di Milano, commenta il probabile risvolto di novità dello studio pubblicato dalla rivista Science:
"[...] L'attrito, ovvero la resistenza opposta da un corpo che viene fatto scivolare su un piano, è la forza che ci permette di camminare ma è anche quella che può determinare l'usura di parti meccaniche in contatto. [...] Su scala microscopica, questo fenomeno è ancora poco conosciuto. [...]"
Su scala meccanica esistono molte teorie, capaci però di analizzare la forza d'attrito solamente attraverso formule matematiche di derivazione, eventualmente connesse a teorie sulla lubrificazione.
Il test svolto dai ricercatori converge, semplicemente, sull'aver fatto scivolare due blocchi di plastica l'uno sull'altro. Nello svolgimento di tale, quasi genialmente elementare, test, è emersa una variazione delle forze lungo il margine di contatto.
La traduzione reale di tale elaborazione fisica è estremamente semplice, stando alle parole di Zapperi:
“[...]I ricercatori hanno così osservato che quando un blocco si mette in moto, i contatti non si rompono tutti insieme, ma un po’ alla volta, formando un fronte di distacco, [...] ma il risultato più sorprendente è stato scoprire che le forze sulla superficie di contatto variano lungo la superficie stessa: finora si tendeva a pensare che queste forze fossero più o meno uniformi.[...]"
Tale congettura potrebbe essere utilissima per scoprire le dinamiche dei terremoti, anche in una possibile chiave di previsione degli stessi.
Come anticipa il ricercatore, infatti, si può infatti ipotizzare che la conoscenza delle forze lungo una faglia possa aiutare a prevedere dove si scatenerà un terremoto.
Il libro del mondo scritto in chiave matematica e tanto celebrato da Galilei va trovando, pian piano, utili chiavi interpretative.
RIF.: http://www.galileonet.it/articles/4caec29572b7ab554e00001b

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