Si chiamano Forze dell’Ordine e sono al servizio del cittadino. Così è per tutte le Forze della nostra Repubblica. Onestamente, il fatto che il COISP (Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di Polizia) abbia pubblicato un comunicato stampa in cui si parla di lacrimogeni in Parlamento fa riflettere. Sopratutto, se sono loro a dichiarare di aver voglia di lanciarli.
Eppure, in questo paese dalle mille e una contraddizioni, bisognerebbe essere felici di questa dichiarazione. Ovviamente, non si tratta di un golpe, ma solo di una protesta e di una denuncia ad un malcostume che è inaccettabile a tutti i livelli e per tutti gli strati della popolazione.
Il riferimento è al famoso buono pasto di 7 euro che spetta ai politici di Montecitorio, che permetterebbe di cibarsi, non di un panino e di una bibita, come spesso accade, ma di lamelle di spigola con radicchio e mandorle. Cioè alimenti che molti italiani hanno smesso di potersi permettere, poichè introvabili a 3 soli euro.
Da questo affronto della classe politica al paese, il Coisp porge una domanda al Presidente del Consiglio e al Ministro Maroni: se ad un Senatore bastano poco più di tre euro per consumare un primo ed un secondo, perché mai deve guadagnare circa 14mila euro al mese?
Da qui si passa ad elencare una serie di privilegi che fanno risparmiare i nostri parlamentari: viaggi gratis in aereo ed in treno e in autostrada, accesso a boutiques della capitale con “sconto Parlamento”, copertura sanitaria totale anche per familiari e conviventi, esenzione per i biglietti del cinema e dello stadio gratis e altro ancora. In effetti, se è permesso loro di non pagare o pagar meno buona parte di servizi e divertimenti, che i cittadini pagano a prezzi pieni, perchè mai dovrebbero avere tale remunerazione per la loro attività?
I Poliziotti, al contrario, hanno una retribuzione mensile di 1500 euro al mese, con l’indennità di servizio esterni, turni festivi e notturni, straordinari. Un minestrone di lavoro e sacrifici per giungere a questo traguardo. Misero, se si confrontano gli zeri. A ciò bisogna aggiungere che i Poliziotti, come i fornai, gli insegnanti, i precari e i disoccupati pagano il biglietto del treno, dell’aereo, il pedaggio dell’autostrada, l’entrata al cinema, a teatro, ecc.
C’è della non moralità nella classe dirigente di questo paese, o dell’incoscienza. Poichè assomigliano alla Regina Maria Antonietta che, sorpresa dalla mancanza di pane per il popolo, consigliò di nutrirsi con brioche. Non è un caso che popolo ed esercito si unirono e la Regina perse la testa.
Storia a parte, grazie a questo comunicato, si scopre che anche i Poliziotti hanno diritto ai buoni pasto, di sette euro, ma non pagani i prezzi dei parlamentari, bensì a quelli del “popolo”. E’ evidente che si riducano a panini, bibita e caffè, non certo a spigole.
L’unica differenza è questa: i parlamentari pagano 10 euro un pasto che, mediamente, costerebbe 50 euro, mentre i Poliziotti, come il resto del popolo, pagano per quello che consumano. Bisogna aggiungere che i 40 euro non pagati dai parlamentari sono pagati dal popolo, Poliziotti inclusi.
Così si è arrivati alla provocazione concettuale: permettere alle Forze di Polizia di pranzare a Montecitorio, con il buono pasto di 7 euro.
Il comunicato si chiude con una amara considerazione: “Viene voglia di venire sotto Palazzo Madama e Montecitorio, magari il giorno di
ferragosto, e spararvici all’interno i nuovi lacrimogeni in dotazione così si coglierebbero due piccioni con una fava, ovvero si otterrebbe lo sgombero immediato di certi ristoranti da politici mediocri e si testerebbero su quest’ultimi gli effetti dei nuovi artifici lacrimogeni in dotazione alle forze di Polizia, la cui lesività nonostante le numerose interpellanze parlamentari, è sempre stata tenuta nascosta da Lor Signori.”
Non so se la mia considerazione è condivisibile ma, trattandosi di denuncia sociale: un applauso per il coraggio e la volontà di denunciare sia il malgoverno, sia un problema di salute pubblica si leva in cielo! Perchè questa posizione crea più coesione sociale di quanto si possa pensare.
E’ vero che sono parole di fuoco, ma è pur vero che se un sistema sociale non rispetta nemmeno quelle categorie professionali atte e autorizzate a mantenere l’ordine all’interno dello stesso, la deriva del caos è alle porte. La politica, ovviamente, si presta a proteggersi dietro privilegi ed agi. Il limite di questo comportamento, tuttavia, deve essere marcato e non superato da un opportunismo fuoriviante che è lesivo per se stessa e offensivo per il cittadino.
La sicurezza non è data dalle statistiche sull’andamento del numero dei reati, ma dalla capacità di saper intervenire sul territorio, anche attraverso delle politiche di sicurezza, che siano in grado di creare situazioni di rispettabilità e di onorabilità per i servitori dello Stato, tra cui i poliziotti (ovviamente lo stesso vale per Carabinieri, Finanza, Esercito).
Chiudo con un’amara considerazione: in fondo i poliziotti sono fortunati… i precari non hanno nemmeno i buoni pasto, ma non è il caso di dire mal comune mezzo gaudio.
Fonte e spunto