L'America spera che in Libia finisca presto. Il modello costruito nel paese mediterraneo è uguale a quello messo su in Afghanistan per rovesciare i Talibani 10 anni or sono. Mettere il dito della Cia nell’ingranaggio per muovere il conflitto a proprio favore.
Forze speciali americane e inglesi, gestita dalla Cia, sono da settimane attive in Libia per indirizzare i bombardieri, cercare Gheddafi e per sostenere la marcia dei ribelli lasciando che poi siano quest’ultimi a proclamar vittoria. E’ stata la ribellione inattesa a muovere la mano della Cia.
Scelta obbligatoria quella del governo americano di rivelare ai giornali quelli che tutti sospettavano. Prima già di Bush jr è sempre questo il modus operandi dell’America, quando vuol condurre guerre per procura e mantenere la negabilità della propria presenza ufficiale. Dunque quella che non perde la guerra, se si mette male.
I generali e gli ammiragli del Pentagono avevano parlato chiaro con Obama “non essere trascinati in un’altra impresa” per cambiare un regime. Robert Gates , il ministro della Difesa , aveva seri dubbi anche sulla no fly zone.
E’ stata scelta la soluzione minore : l’inserimento , che quasi sempre avviene da sottomarini che accostano le sponde nemiche, come fu in Somalia. I sottomarini sbarcano Special Forces , unità speciali, Rangers dell’Esercito , Seals della Marina , Delta Forces , ufficiali spesso addestrati a compiti di intelligence e di analisi politica , raramente anche civili. Sono sotto il controllo della Cia come avvenne in Afghanistan.
La spia sicura della presenza di questi piccoli gruppi , spesso con più di tre persone addestrate a vivere sul terreno, a nutrirsi, bere e arrangiarsi. Chiamate le bombe intelligenti. Per avere una miglior precisione gli aerei hanno bisogno di un designatore , di qualcuno che da terra segnali punti da colpire per evitare le tragedie.
E’ stato il capo dello Stato e il Comandante in capo , Barack Obama, ad autorizzare l’infiltrazione di assets , di forze amiche in Libia. La Cia è un agenzia civile che dipende direttamente da lui.
Riconoscere il panzer di un nemico rispetto alle automobili dei ribelli è facile. Capire, quasi sempre senza parlare la lingua , se chi ti sta davanti sia un capo clan o un millantatore , un doppiogiochista o un ufficiale disertore è difficile. In Afghanistan fu semplice.
Nell’Iraq del 1990 e 1991 , quando le stesse operazioni condotte oggi in Libia furono lasciate per guidare i bombardieri alleati e per soccorrere sul terreno piloti abbattuti , la Coalizione sapeva di poter contare sulla popolazione sciita contro il massacratore e oppressore , il sunnita Hussein.
La Libia è un libro senza pagine . Non come l’Iraq. Dopo la rinuncia pubblica di Gheddafi ad arsenali nucleari e chimici, Washington aveva sostanzialmente ignorato questa nazione. Occhi e orecchi umani sul terreno , e i satelliti , possono rivelare dove sono le armate , ma non quali siano le intenzioni dei loro generali. Dunque l’America è entrata in questo scontro al buio , quel buio che oggi i temerari delle Forze Speciali dovrebbero illuminare . Senza farsi catturare.