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Foto ai bambini: ciò che viene prima di tecnica ed equipaggiamento

Da Ragdoll @FotoComeFare

In un momento in cui le opportunità di lavoro scarseggiavano io e mio marito abbiamo deciso di trasformare la passione per la fotografia in un progetto professionale, pur consapevoli di entrare in un mercato già saturo. Dopo un attento lavoro di ricerca su internet per capire le esigenze del mercato, la scelta sui primi shooting è caduta cinicamente sulle foto dei bambini: un loro sorriso spontaneo attira istantaneamente l’attenzione più di una foto paesaggistica o di uno studiato still life.

Quindi? Quindi è molto semplice: facciamo tante foto ai bambini perché sono quelle che danno più visibilità al nostro lavoro. Facile e indolore.

foto bambini 300x198

Il primo shooting: poveri illusi

Il giorno del primo shooting al figlio di un nostro caro amico partiamo carichi di entusiasmo con un’attrezzatura superflua ma che pensiamo adeguata per dei veri pro:

  • Nikon D800 prestata da un collega pietoso,
  • la nostra Nikon D7000 con obiettivo Nikon 50mm f 1,4,
  • zoom Nikkor 24-70 f2,8,
  • 70-200 f2,8 che, visti i costi, abbiamo acquistato a scapito del tanto sospirato parquet in casa!

Pianifichiamo le composizioni che possiamo fare, scegliamo lo sfondo migliore e più neutro per i ritratti, impostiamo le fotocamere per la splendida luce dorata che sicuramente ci regalerà ottimi scatti. Due schede di memoria da 16 giga basteranno?

Dopo 15 minuti comincia l’incubo.

foto bambini arrabbiata

Un incubo che ha 4 anni, che non vuole essere fotografato, che piange, che vuole solo nascondersi sotto l’ascella della mamma e che non ti farà mai quello splendido sorriso capace di dare visibilità alle tue foto, neanche se ti trasformassi istantaneamente in Willy Wonka o Babbo Natale.

Ignora le tue domande e le tue richieste e disdegna il Chupa Chups con cui pensavi ingenuamente di comprartelo. Il fatto è certo: lui odia te e la tua costosissima macchina fotografica e, anche se nella quiete famigliare diventa un egocentrico cabarettista postato decine di volte sul Facebook del papà, davanti a te si trasforma nel più introverso Gollum che ci sia.

Accantonato il 50 mm per incompatibilità con il soggetto non demordiamo ma furbamente scattiamo a raffica con il 70-200. Tenendoci a distanza, cerchiamo di sparire dalla sua visuale nascosti tristemente dietro a un tronco e speriamo in qualche comportamento spontaneo.

Non lo freghiamo: sa che siamo lì per lui e non guarderebbe in direzione del nostro obiettivo nemmeno per tutte le patatine del mondo! E il suo odio nei nostri confronti comincia a essere esponenzialmente ricambiato.

Il tempo passa, il tramonto cala e si porta via quella splendida luce dorata con cui fantasticavamo superbi scatti. Amareggiati gettiamo la spugna, niente foto accattivante, niente materiale per la postproduzione, schede miseramente vuote, ci rimangono solo tante domande su dove abbiamo sbagliato.

Dove abbiamo sbagliato e come riparare?

La risposta è naturale, abbiamo sbagliato nell’improvvisare, sottovalutato la poca esperienza nel fare foto di questo tipo, peccato di presunzione. I bambini devono essere a loro agio, per regalarti un sorriso devono conoscerti, potersi fidare e per farlo devono crederti un loro compagno di giochi. Quindi?

Quindi prima del successivo shooting ci trasformiamo in bambini divertendoci tra le file del reparto giochi che frequentavamo solo a Natale per i noiosi regali di ricorrenza ai nipoti. Ci divertiamo a scegliere giochi e distrazioni che ci tolgono quei 25 anni di troppa maturità e consapevolezza.

Ogni prodotto che prendiamo dallo scaffale ci ricorda un tempo fanciullesco che avevamo dimenticato, ci ricorda sapori e profumi di estati passate su un prato e merende con il pane e quella confettura di fichi della zia. E riscopriamo le bolle di sapone…ma quanto sono belle le bolle di sapone?

foto bambini felice

Una seconda possibilità

Nello shooting successivo, la bambina che avevamo scelto per i suoi bellissimi occhi azzurri ci guarda curiosa, la mamma le ha trasmesso l’ansia del servizio fotografico. L’ha portata dall’hairstylist, vuole farla posare come una modella di Vogue e come da copione la piccola sta già pensando su quale foglia del prato concentrare lo sguardo per tutta la sessione. Un quadrifoglio con un insetto alato in esplorazione può essere fissato anche per più di mezzora.

Ma non è più importante per noi che il tempo trascorra e che la luce cambi, perché abbiamo capito che fotografare è anche saper entrare nel mondo del soggetto che viene fotografato e allora…e allora ci sediamo sul prato, lasciamo le macchine fotografiche nella borsa senza dare importanza all’attrezzatura, ci sdraiamo conversando piacevolmente con i genitori, scoprendo un pezzo della loro vita e dei loro progetti.

La bambina alza gli occhi, ci guarda curiosa, ci insegna a fare le bolle come le fanno all’asilo, ci racconta del suo cuginetto che le regala le macchinine di Cars, parla di Cricchetto e di Pimpa (che giura sia un cane con le macchie rosse), non si preoccupa per la nostra fotocamera che estraiamo con indifferenza e facendo a gare di bolle sapone ci regala un sorriso che per noi conta più di tutta la tecnica fotografica studiata nei mesi precedenti.

Finito il servizio le schede di memoria sono piene di immagini che ci riempiono di entusiasmo e che dopo pochi giorni vengono incorniciate con gioia nella casa dei genitori della nostra piccola modella.

foto bambini bolle di sapone

Da qui in poi…

Saper fotografare veramente i bambini sarà il nostro futuro obbiettivo. Vogliamo cogliere la vera natura dei bambini senza cadere necessariamente nell’uso eccessivo di accessori coreografici (ali d’angelo posticce o copricapi a forma di zucca), che inteneriscono ma non svelano il vero carattere del bimbo (e che probabilmente in questo caso ci denuncerebbe non appena capace di intendere e volere).

Servono fantasia, pazienza, tecnica fotografica da manuale e una buona attrezzatura che sappia scattare e mettere a fuoco velocemente per catturare ogni momento, ma soprattutto significa rispolverare il bambino che c’è in ognuno di noi.

Continua…


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