Sono passati più di dieci anni quando nel 2003, durante lo scavo della nuova linea metropolitana di Piazza Municipio, la città di Napoli ha fatto un grande passo indietro. Un passo indietro di circa diciannove secoli (1800 anni fa), con il ritrovamento del porto antico di Neapolis. Tre caravelle rinvenute, due lunghe tra i nove e i tredici metri ed una più piccola risalenti al II secolo d.C.. E’ l’epoca imperiale quando Neapolis, Pompei, l’antica Herculaneum e tutto il golfo di Napoli vivevano il florido periodo della Campania Felix. Ma la storia di Napoli è molto più antica, ritrovamenti preistorici presso Via Toledo a dimostrazione di presenze fin dal Neolitico per poi ritrovarci nel periodo della colonizzazione greca che fa dell’odierno Castel dell’Ovo il primo nucleo abitato di Napoli, ossia il piccolo isolotto di Megaride dove Lucullo farà edificare la sua deliziosa dimora (I sec. a.C.).
Ritorniamo al porto antico, quello che il 30 dicembre 2014 affiancherà la nuova stazione metrò di piazza Municipio, con musei e passerelle per ammirare i migliaia di reperti archeologici ritrovati (se ne contano tremila). Tre metri sotto il livello del mare e tredici sotto il piano di calpestio: e così che la storia si ferma quando con la fine dell’impero romano, il conseguente insabbiamento lascerà tutto intatto per migliaia di anni. Monete e sigilli con scene bacchiche (Bacco, il dio del vino), bottiglie in vetro, pentole di terracotta, cocci e anfore che porteranno il vino locale in commercio per tutto il Mediterraneo, attrezzi da marinaio, aghi per rammentare le reti, cime, anelli per assicurare le vele al sartiame, ancore e gli adiacenti ritrovamenti archeologici presso piazza Nicola Amore per ritornare a leggere ciò che i libri di storia ci confermano, ossia Neapolis, il secondo porto romano più importante a cavallo del I secolo d.C..
Foto. Ricostruzione grafica della stazione metro di Piazza Municipio