La fotografia non sta certo attraversando uno dei momenti più felici della sua storia. Dopo l'euforia portata dal digitale (che molti si erano illusi potesse essere una "rivoluzione"), ora si combatte di nuovo con la realtà: in Italia la fotografia non viene reputata un'arte "nobile", non viene acquistata, viene fruita superficialmente e solo pochi fotografi (i soliti nomi) hanno il privilegio di essere conosciuti dal grande pubblico. Per il resto un buco nero. Anche all'estero la crisi colpisce, ovviamente, ma c'è molta più cultura dell'immagine, e dunque si riesce meglio a gestire "l'emergenza". In Italia, invece, si chiacchiera e basta. E' il nostro sport nazionale. Amiamo le parole in modo spropositato. In fondo già i Romani riempivano di epigrafi il loro sterminato Impero! Bla bla bla. Il più delle volte, però, i contenuti non sono all'altezza dello (scarso) impegno messo nell'aprire bocca. E allora visto che viviamo in un paese in cui il chiacchiericcio prevale, in cui un giornalista merita di firmare il suo pezzo, ma l'autore della foto che quel pezzo accompagna non viene mai citato, in cui "una immagine vale mille parole", ma dove non bastano centomila parole per far comprendere il valore di un'immagine a chi la guarda (distratto)... ho deciso di organizzare il primo (che io sappia) PrintCrossing Day, il prossimo 12 maggio a Viterbo. In che consiste? Semplicissimo: in circa un centinaio di immagini formato A4 (stampa su carta Fine Art con stampante Epson, tranne poche eccezioni) che saranno "abbandonate" per i vicoli e le strade del centro storico del capoluogo della Tuscia, a disposizione di chiunque vi presterà attenzione. Si potranno prendere e portare a casa, prenderle e lasciarle altrove, o anche lasciarle dove sono. L'importante è non vandalizzarle o buttarle (per favore!). Il senso dell'iniziativa è attirare l'attenzione sul mio lavoro, certo, ma anche sul fatto che la cosiddetta fotografia Fine Art ha difficoltà a trovare nuovi spazi, a farsi conoscere, ad attirare finanziamenti in grado di sostenere progetti e idee. Insomma, che si parla tanto di cultura, ma poi nessuno la sostiene. Per questo stesso motivo ho creato le FOTOAPAROLE: sono "fotografie" in cui il soggetto è sparito, ed ha lasciato il posto a descrizioni di quello che nelle foto si potrebbe vedere. Per dimostrare che non è la stessa cosa! Ecco di seguito la galleria. Sono graditi i commenti: un uso delle parole che stavolta trovo perfettamente adeguato! (Cliccate sulle foto per vederle più grandi)