Essere un ragazzo afghano negli Stati Uniti non è facile, ancora di più se cominci la scuola media alla vigilia dell’11 settembre 2001. In un passato recente che è già storia, il coinvolgente racconto di Fadi, che grazie ai libri e alla fotografia ritrova la speranza, persa percorrendo la strada da Kabul a San Francisco.
La strada per Kabul, di N. H. Senzai, traduzione di Alessandra Orcese, Piemme 2014, 16 euro.
Fadi è ragazzino afghano che sta scappando dall’Afghanistan con la sua famiglia, per andare a vivere negli Stati Uniti. La sua non è una semplice storia di emigrazione, ma contiene molti arrivi, partenze, ritorni.
La famiglia di Fadi ha già vissuto una volta negli Stati Uniti, per consentire al padre del ragazzo di completare un master in agronomia. L’amore per il proprio paese natale li ha spinti a ritornare a Kabul nel 1996, per dare una mano al neonato regime talebano a ricostruire il paese, non più afflitto dall’occupazione straniera.
Ma cinque anni dopo, nell’estate del 2001, la speranza di un governo più giusto è già svanita, e l’oppressione cresecente degli stessi talebani, che hanno vietato l’accesso all’istruzione alle donne, ma a tutti anche la musica, il cinema, i libri, fare fotografie e far volare gli aquiloni, spingono tante famiglie a tentare la fuga verso un paese più libero.
Fadi, suo padre Habib, la madre Zafoona, la sorella maggiore Noor e la piccola Mariam giungono con fatica nella città di Jalalabad, per salire su un trasporto clandestino che li porterà al confine con il Pakistan, quando la loro speranza si incrina: il camion li raccoglie insieme a decine di altri profughi, ma nella confusione la piccola Mariam rimane a terra.
Nel cuore di Fadi si installa un senso di colpa che non può condividere nemmeno con i genitori: il ragazzino si sente responsabile del fatto che Mariam sia rimasta indietro, nel tentativo di recuperare la Barbie che Fadi non aveva voluto custodire nel suo zainetto.
E una volta arrivato in California, mentre la famiglia Nurzai fa i primi, difficili passi per integrarsi in una nuova comunità, il pensiero del ragazzo è solo quello di trovare il modo di ritornare in Afghanistan, per riunirsi con Mariam.
Prima Fadi progetta una fuga da casa molto ingegnosa, proprio come quella tentata da Claudia, la protagonista del suo libro preferito, Dai documenti confusi della signora Basil E. Frankweiler. Ma nascondersi nel taxi guidato dal padre fino all’aeroporto, per poi imbarcarsi clandestinamente per l’Europa, e infine proseguire verso l’Afghanistan, si rivela un’impresa impossibile.
Una nuova speranza arriva dal premio speciale di un concorso di fotografia per gli studenti di scuola media: un viaggio totalmente spesato in India, paese dal quale partire per ritrovare Mariam.Fadi ha una grande passione per la fotografia, condivisa con il padre Habib, i cui insegnamenti gli sono serviti per immortalare bellissimi paesaggi sulle colline di Kabul (da qui il titolo originale, Shooting Kabul, che evoca due significati: to shoot – scattare foto e to shoot – sparare).
Realizzare l’immagine vincente, percorrendo le colline della baia di San Francisco, diventa per Fadi la sfida più importante. Ancor più di difendersi dai compagni di scuola Felix e Ike che, dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001, hanno cominciato a prendersela con tutti i ragazzini di origine mussulmana, veri o presunti tali.
La strada per Kabul è il primo romanzo per ragazzi di N. H. Senzai, autrice nata negli Stati Uniti ma di origine indiana. Lo porta in Italia l’editore Piemme, con il marchio Il Battello a Vapore, adattando titolo e copertina per riecheggiare Il cacciatore di aquiloni.
Ma i ragazzi da 10 anni in su non avranno bisogno di suggestioni altre per appassionarsi alla lettura di questo romanzo. La storia di Fadi Nurzai è ispirata alla fuga, realmente avvenuta nel 1979, del marito di Senzai e della sua famiglia dall’Afghanistan, allora controllato dall’Ex Unione Sovietica. L’autrice sovrappone il passato agli avventi più recenti, che hanno tristemente portato l’Afghanistan alla ribalta, costruendo una trama avvincente, che dopo un inizio concitato e trepidante, approda ad una quotidianià non meno ricca di accadimenti ed emozioni.
Il romanzo è ricco di umanità e popolato di numerosi personaggi, fra principali e secondari (i parenti dei Nurzai che li accolgono in California, la comunità multietnica di Freemont, i compagni e gli insegnanti della scuola media), che giocano tutti un ruolo importante nella storia di una famiglia che desidera solo vivere con dignità e in libertà.
La strada per Kabul, oltre ad una scrittura scorrevole, una narrazione solida e la chiarezza nel raccontare ai ragazzi, attraverso le voci dei personaggi, le complesse vicende che hanno portato alla Guerra in Afghanistan iniziata nel 2001, ha altri due pregi ancora.
Il primo è che fa venire voglia di leggere altri libri: dopo aver sentito Fadi parlare del suo romanzo preferito, a lungo citato fra le pagine, non ho resistito dal cercarlo in biblioteca.Dopo qualche ricerca ho scoperto che si tratta di Fuga al museo di E. L. Konisburg, edito qualche anno fa da Salani nella collana Gl’Istrici (titolo originale From the Mixed-Up Files of Mrs. Basil E. Frankweiler). Peccato che sia ormai fuori catalogo, perchè si è rivelata una lettura molto piacevole, originale e coinvolgente.
Il secondo pregio “extra” di La strada per Kabul, oltre alle qualità narrative, è la grande attenzione e passione per la fotografia che trasmette. Spero che ispiri i giovani lettori a prendere in mano una macchina fotografica, o anche solo un telefono con fotocamera, per utilizzarli con attenzione, pazienza e sensibilità, per cogliere le tante sfumature non scontate della vita e delle persone attorno a sè, proprio come fa Fadi.
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