Magazine Fotografia
E' un po' la moda del momento (complice anche il caldo, che invita a star fuori la notte): i cieli stellati. Fino a una decina di anni fa, queste immagini si potevano realizzare solo grazie agli "inseguitori", cioè dei sistemi motorizzati che permettevano alla fotocamera (a pellicola) di ruotare alla stessa velocità della Terra. Ovviamente, niente primi piani, solo cielo. Si trattava di fotografie tipicamente astronomiche. I fotografi "normali" potevano dedicarsi solo alle "Star Trails", alle scie di stelle, create con esposizioni molto lunghe (se si inseriva la Stella Polare nell'inquadratura, tutte le stelle creavano cerchi aventi quest'ultima come centro immobile). Spettacolari, certo, ma comunque diverse da come appare il cielo notturno quando lo ammiriamo da un luogo molto buio. Poi è arrivato il digitale, con la possibilità di usare sensibilità davvero molto spinte (all'inizio, a dire il vero, la rumorosità dei sensori era tale che già a 1600 ISO la fotografia era di qualità piuttosto bassa).
Le fotocamere professionali come la D4 o la EOS 5D possono essere spinte sino a 25.600 ISO, mantenendo il rumore entro limiti accettabili. Con un obiettivo superluminoso, si possono scattare foto alle stelle quasi a mano libera! Comunque, con un diaframma intorno a 2.8 e una sensibilità di circa 1600 ISO, bastano 10-20 secondi per avere il nostro bel cielo stellato, con le stelle che sono punti e non strisce. Bello! Ovvio che tutti si siano cimentati in questa tecnica, con risultati in genere piuttosto incoraggianti. Io e il mio amico Roberto Maldera abbiamo sfruttato gli ISO alti, i flashes e la luce di alcune torce (e anche di un addobbo natalizio a led!), per creare immagini particolari dei ruderi del castello di San Giovenale a Blera sullo sfondo della Via Lattea. E goderci il fresco di una serena notte estiva! Ecco il backstage in questo video...