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Fotografare Persone: 17 Trucchi per Farlo Meglio

Creato il 22 ottobre 2014 da Angelozinna

Fotografare Persone: 17 Trucchi per Farlo Meglio

I ritratti di persone sono spesso le foto più di valore tra quelle che portiamo a casa da un viaggio. Perché? Perché lo sguardo, l’azione e ciò che caratterizza un personaggio sono tutte cose difficilmente riproducibili, al contrario di paesaggi o monumenti che non cambiano mai. Se per una natura morta la tecnica e l’ambiente sono i due fattori che fanno la differenza, per rendere la foto di una persona superiore ci sono altre considerazioni da fare, perché un’espressione dice tutto: se la persona è in posa si vede, se lo scatto è rubato si nota, se c’è intimità tra chi fotografa e chi è fotografato si capisce subito. Quando parliamo di fotografia di strada, o di viaggio, è impossibile prevedere chi ci troveremo di fronte e per questo prendere l’abitudine a porre attenzione su alcuni dettagli può aiutare a cogliere l’attimo quando l’occasione si presenta. La pazienza aiuta.

Prima

Aspetta. È facile cadere nella tentazione di cominciare a scattare appena raggiunta una destinazione, ma se si fotografano persone questo può diventare controproducente. Innanzitutto la fotografia dovrebbe raccontare un’esperienza, quindi è bene cercare di immergersi nell’ambiente e interpetarlo prima di sparare foto in aria. Seconda cosa, lasciare che le persone che ci circondano, ossia gli eventuali soggetti, si abituino alla nostra presenza e magari abbiano modo di scambiare un saluto o un cenno le renderà più a proprio agio e quindi più disponibili a farsi fotografare. Chiedere il permesso o meno è soggettivo, personalmente preferisco evitare per non permettere ai soggetti di mettersi in posa, ma per non risultare invadente o irrispettoso cerco di mettermi in una posizione per cui la mia presenza diventa normale e inoffensiva.

Bilancia il bianco. Se il luogo in cui andremo a scattare ha una luce uniforme, prima di cominciare è una buona idea fare alcune prove con il bilanciamento del bianco. Questo può suonare scontato, ma non si tratta solo di scegliere “Sole diretto” se il sole è diretto. Spesso infatti i risultati migliori arrivano dall’utilizzare impostazioni diverse da quelle ovvie, quindi fare una prova con diversi bilanciamenti permette di fare un confronto e capire se è meglio un’immagine più calda o più fredda, anche a seconda del messaggio che si vuole comunicare.

Nel dubbio, nuvoloso. Se ci si trova in una situazione in cui la luce cambia spesso (ad esempio quando si passa di continuo da sole a ombra) oppure si ha la tendenza a dimenticare di impostare la macchina prima di ogni sessione, è bene comunque scegliere un bilanciamento del bianco diverso dall’automatico. Personalmente tendo a mantere le impostazioni su “Nuvoloso” di base, che arrossisce un po’ il colore della pelle dando calore e dà un tono particolare all’immagine sia al sole che al coperto. Su pelli chiare questo rossore può diventare eccessivo in condizioni di luce normale e in particolare fotografando persone conosciute può risultare un po’ strano, quindi magari in situazioni simili è meglio “Sole diretto” che tende sempre al rosso ma in modo più leggero.

Spegni il flash. Il flash è il peggior nemico dei ritratti, in particolare se si tratta del flash integrato. La luce del flash appiattisce l’immagine e accende i colori anche quando non è necessario. Mai usare il flash, neanche al buio.

Considera la luce. La luce non si può controllare, ma capire da dove arriva è già un passo avanti. Non sempre un soggetto si presenta alla giusta ora del giorno, ma aspettare che si giri nella direzione giusta cambia tutto. L’occhio si adatta meglio al contrasto rispetto alla macchina, quindi non basta vedere una buona immagine, è necessario pensare a come questa verrà fuori sullo schermo prima di scattare.

Durante

La regola dei terzi. La prima e più conosciuta legge della fotografia: non mettere il soggetto in mezzo. Spostare il soggetto di lato regala profondità e rende la foto più interessante. Questo non significa che va utilizzata sempre, anzi, come ogni regola artistica è dovuto romperla quando necessario. Della composizione avevo già parlato più nel dettaglio qui.

Scatta a raffica. Non impostare la macchina su “Scatto singolo”, ma piuttosto su “Scatto continuo”. Un battito di ciglia o un movimento degli occhi può rovinare una foto, per questo è sempre utile scattare tre o più foto e preoccuparsi dopo di scegliere la migliore.

Fai pratica con i bambini. Qualcuno potrebbe essere contrario a questa pratica sul piano etico e non avrebbe tutti i torti, ma la realtà è che i bambini sono spesso naturalmente attratti dalla macchina fotografica e saranno più disposti a farsi fotografare diventando buoni soggetti per capire come muoversi.

Priorità di scatto o apertura? Sicuramente un ritratto ravvicinato farà più effetto quando la messa a fuoco è solo sugli occhi, ma purtroppo quando si scatta in modo spontaneo non sempre è possibile chiedere ad una persona di mettersi nella posa migliore. Se si trattasse di fotografia organizzata un’apertura ampia ridurrebbe la profondità di campo sfocando tutto il superfluo, ma su strada è meglio mantenere la priorità sulla velocità di scatto per evitare foto mosse, anche a costo di aumentare il fuoco.

Racconta una storia. È vero che una bella foto riuscirà a stare in piedi da sola, ma questa non potrà che migliorare se inserita in un contesto. A volte non si tratta di raccontare una persona attraverso un’immagine, ma di raccontare un luogo attraverso le persone. Scattare diverse foto a ciò che circonda il soggetto, che sia questo il posto di lavoro, la città o i dettagli, permette una visione più ampia di cosa la foto singola rappresenta.

Avvicinarsi è meglio che zoomare. Scattare da vicino porterà quasi sempre risultati migliori che sfoderare quel 70-300 da cinquanta metri di distanza.

Cambia prospettiva. Essere perpendicolare agli occhi del soggetto è sempre un colpo sicuro, ma sperimentare con angolazioni diverse, ad esempio dall’alto o dal basso può portare a risultati inusuali e per questo interessanti. Basta mettersi in ginocchio o cercare un luogo elevato da cui scattare per ottenere foto che pochi altri avranno scattato.

Scatta orizzontale. Nell’eseguire un ritratto si tende spesso a utilizzare il formato verticale della foto, perché qui è più facile riempire la cornice. Fotografare persone in formato paesaggio, ossia orizzontale, può dare una profondità altrimenti impossibile da ottenere e lasciare spazio per lo sfondo quando questo è significativo.

Sii parte della foto. Negli scatti rubati c’è sempre la sensazione che manchi qualcosa e quel qualcosa siamo noi. Quando all’interno di un’immagine vedo una persona che mi guarda dritto negli occhi mi viene sempre da chiedermi come avrà reagito alla foto, se il fotografo ha chiesto il permesso, se al soggetto faceva piacere o meno. Sapere che tra il fotografo e il soggetto c’è stato un contatto crea automaticamente una storia e la storia rende la foto migliore.

Dopo

Ritaglia. Con la risoluzione che le macchine digitali permettono oggi non ci si deve preoccupare più di tagliare troppo. Quando ci si concentra a ritrarre il volto di una persona, oggetti di disturbo sullo sfondo possono passare inosservati. Questi possono essere rapidamente eliminati con un taglio. Non sono però solo i difetti che devono essere eliminati, spesso è semplicemente una inquadratura più stretta a creare un’immagine più bella. Importante però è non ritagliare a caso, ricordandosi sempre di fissare il rettangolo alla proporzione 3:2.

Contrasta. Io amo le foto con molto contrasto, ma è facile farsi prendere la mano ed esagerare. Aumentare contrasto e luminosità accende i colori e definisce linee e sfumature, ma può anche appiattire la foto e farla risultare finta. Oggi sembrano anche essere tornate di moda le foto finte vecchia, all’apparenza slavate, e in molti invece di aumentare il contrasto preferiscono diminuirlo cercando questo effetto. Purtroppo non basta rendere i neri grigi perché una foto sembri vecchia, per ottenere questo risultato è necessario giocare molto con saturazione e bilanciamento del colore (o scaricare un filtro).

Correggi il rossore. Le macchine fotografiche hanno dei limiti, in particolare quando si scatta con luce naturale, per questo non andrebbe considerato un reato modificare i colori con programmi di fotoritocco. Uno dei problemi più comuni, in particolare quando si stampano foto digitali, è il riuscire ad ottenere un colore della pelle che non sia troppo acceso. Se prima ho parlato di utilizzare un bilanciamento del bianco “Nuvoloso” per scaldare i toni, quando questo calore è eccessivo è possibile fare delle modifiche che renderanno i colori più naturali. Il modo più rapido di fare questa correzione, quando il rosso sulla pelle e troppo intenso, è andare nel menù colori di Photoshop o GIMP, scegliere Livelli, e quindi selezionare il livello blu portandolo a una cifra tra i -75 e i -95. Successivamente, basterà diminuire di qualche punto la saturazione dei rossi e si otterrà una colorazione più bilanciata.


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