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Fotografia, computer e fantascienza (e giuro che non ho bevuto)

Da Marcoscataglini
Fotografia, computer e fantascienza (e giuro che non ho bevuto)
Avete presente quel fottutissimo computer di "2001 Odissea nello Spazio"? HAL 9000 o come cavolo si chiamava? Beh, un po' di quel computer pirlone si trova annidato dentro ognuno dei nostri moderni pc, credetemi, è vero! Altrimenti com'è che quando più ti serve, il computerino inizia a fare le bizze? E com'è che i programmi si incasinano e-sa-tta-men-te nel momento in cui stai cercando di sistemare le tue sudatissime immagini? E sapete un'altra cosa? Anche quei maledetti "sistemi intelligenti" annidati dentro telefonini e fotocamere digitali hanno una loro (perversa) personalità. E decidono di rompere i cabbasisi sempre nel momento meno opportuno, 'tacci loro!Ah, scusate lo sfogo, ma quando ce vo' ce vo'! Tutta la tecnologia di cui siamo circondati a volte confligge pesantemente con l'altra tecnologia, quella naturale, ficcata dentro al nostro cervello. Sapete, quelle cose tipo neuroni e connessioni varie. Anche quelle vanno in tilt, ogni tanto. E a volte mi sembra che possano creare connessioni con i bit che lavorano nel computer, mandando contemporaneamente in vacca sia l'intelligente elettrodomestico che il nostro cervello più o meno pensante. Mah, forse dovremmo staccarci ogni tanto da tutto questo. Dovremmo davvero riuscire a farci una passeggiata tranquilla, magari in campagna, in un bosco, lungo un fiume o sulla spiaggia senza pensare a ciò che abbiamo lasciato a casa. Dovremmo soprattutto come fotografi, in fondo. Ma vi rendete conto di quanto dipendiamo dalla tecnologia e dunque, di conseguenza, dall'energia? Immaginiamo un futuro catastrofico: ecco, la cazzata è stata fatta, la bomba super-nucleare-a neutroni-neutrini e altra robaccia è esplosa nei nostri cieli. Chi è sopravvissuto (come noi, sennò che cazzo di esempio è?) si aggira spaurito tra le macerie (e impreca contro quegli stronzi dei politicanti che hanno creato tutto 'sto casino: più o meno quello che facciamo già oggi, di fronte alle catastrofi, sebbene non nucleari, che combina chi ci governa). Ma noi siamo fotografi e ci rendiamo conto che le nostre fotocamere digitali sono inutili, oramai: non possiamo ricaricarne le batterie e i computer sono tutti morti (come gran parte dell'umanità) perché il black out li ha privati della linfa vitale. Maremma maiala! E ora? Potremmo provare con la pellicola. Già, ma lo sviluppo e gli altri chimici? Per un po' potremmo arrangiarci sfondando le vetrine dei negozi di fotografia, ma per poco, perché oramai si erano tutti convertiti al digitale (vffncl!). Potremmo andarcene a saccheggiare quanto resta della Ornano o di altre fabbriche, ma la vedo difficile. Sapremmo fabbricarci da soli le emulsioni? Sapremmo sfruttare le antiche tecniche per documentare la catastrofe, in modo che le future generazioni (si, quelle che avranno quattro gambe e due teste e che cammineranno come ragni, dopo le mutazioni genetiche... sono splatter, lo so) sappiamo con esattezza quanto eravamo coglioni? Non lo so, non credo. E mi viene da pensare che uno che sappia disegnare potrebbe sempre prendere un pezzo di legno bruciacchiato e disegnare su un muro o una roccia una specie di Lascaux postmoderna. Troppa tecnologia nella fotografia, ragazzi: tocca semplificare. Altrimenti il primo idiota che sappia tenere in mano un pezzo di carbone ci fregherà lo scoop della nostra vita. L'ultimo, magari, ma sempre scoop è, eccheccazzo.

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