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Fotografia da un Mondiale

Creato il 24 ottobre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Fotografia da un MondialeIl problema sono i dettagli. Sono così importanti che rischiano di farti perdere il senso generale. Perché uno si perde via facilmente. Proviamo a metterli in fila:

- Alla fine ha vinto la squadra che nel corso del torneo è stata più equilibrata e costante
- Hanno vinto gli All Blacks meno All Blacks degli ultimi anni: il gioco spumeggiante, quello con i trequarti che devastano le difese avversarie si è visto solo con gli avversari più abbordabili, praticamente mai con quelli più quotati. Non che sia un male, intendiamoci: abbiamo visto degli All Blacks umili come non mai, “terrestri” mi viene da dire. Non sono stati gli All Blacks che ci si aspettava, tutto qui, ma hanno vinto: il praticamente perenne confinamento di Sonny Bill Williams in panchina è solo il segno tangibile di questa “conversione”.
- Come ha detto bene Duccio Fumero sul suo Rugby 1823, ha vinto la Nuova Zelanda ma grazie un gioco all’europea.
- La finalissima è stata conquistata dalla squadra che ha meritato il torneo, ma che negli 80 minuti di Auckland non ha meritato la vittoria. Al contrario all’Eden Park c’era una squadra – la Francia – che per quello che si era visto prima non sarebbe dovuta arrivare in finale, ma che proprio la finale avrebbe meritato di vincere.
- Fuori dalla finale è rimasta la squadra più bella e spettacolare vista al torneo: il Galles. La squadra di Gatland è la “vincitrice morale” del torneo. In tanti l’hanno paragonata ai Pumas del 2007, che giunsero terzi. Un paragone che ci sta, ma i gallesi hanno fatto una cosa ancora più straordinaria degli argentini: venire in Nuova Zelanda e superare gli stessi All Blacks sul loro terreno, quello dello spettacolo. E se lo sostiene un tifoso dei Pumas come me…
- Siamo arrivati a un ricambio generazionale di vaste proporzioni, con intere squadre che cambieranno faccia. Cosa che avviene spesso dopo un Mondiale, ma forse non in maniera così massiccia. Delle grandi rimane fuori praticamente solo l’Australia, che ha un’età-media bassissima nei suoi giocatori-cardine. Altre, tipo Irlanda o Sudafrica, le vedremo completamente rivoluzionate.
- Un capitolo a parte meriterebbe l’Inghilterra, venuta in Nuova Zelanda con lo spirito di una gita scolastica. Oppure l’Australia, la vera grande delusione del Mondiale: arrivata al torneo con la nomea di macchina da spettacolo si è spesso limitata a fare il compitino. Ma sono sicuro che nel 2015 sarà la squadra da battere (vedi età anagrafica di cui sopra).
- Gli arbitri. Bravissimi nella prima fase, qualche sbavatura di troppo nella seconda, ma solo una partita – per quanto importante – è stata completamente sbagliata (Sudafrica-Australia). Poi tanti episodi discutibili, ma questo fa parte delle regole del gioco, no?
- Richie McCaw. Giocatore straordinario, forse l’All Black più forte di sempre. Non ha giocato forse ai suoi elevatissimi standard, frenato anche da qualche malanno fisico, ma ha saputo permeare l’intera squadra del suo spirito: tenace, umile e capace di grandissime giocate. Il rovescio della medaglia è che gli viene concesso troppo dagli arbitri, è una sorta di giocatore a “statuto speciale”. Spessissimo in fuorigioco nelle ruck senza quasi mai subire un fischio contro. E poi c’è il brutto intervento su Parra. Come sostengono quelli di Right Rugby (qui invece potete vedere il video) non si “sospetta” dell’intenzionalità dell’intervento, ma per una roba non troppo dissimile Ghiraldini si è beccato 15 settimane di squalifica. Scommettiamo che non succederà nulla?

Ma appunto mi stavo perdendo nei dettagli. Cosa ci dice la fotografia generale? Che non è stato un Mondiale bellissimo sul piano del gioco. Tri-Nations e Sei Nazioni sono meglio, ma forse la “colpa” è dell’importanza della manifestazione. E che alla fine ha vinto la squadra che lo ha più meritato. Forse. Perché quel Galles…


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