Magazine Fotografia
Come appendice alle note di Alessio sullo Still Life (interessanti ed esaustive direi, per quanto necessariamente sintetiche) aggiungo che uno stile che possiamo considerare una variante dello still life è il “Found Still Life”.
La differenza sta tutta nel fatto che il "Found Still Life" prevede di scattare immagini a nature morte (di tutti i tipi) senza intervenire per nulla sulla composizione o disposizione degli oggetti, che invece vanno immortalati così come sono stati visti e “trovati” (found, appunto), colti quindi in situazioni quotidiane. E’ evidente che mentre lo still life tradizionale si pratica quasi esclusivamente in studio, allestendo un “set” specifico, il “Found Still Life” è un genere che si può e si deve coltivare anche all’aperto; una specie di fusione tra Still Life e Street, in salsa Straight!
Nel “Found Still Life” il fotografo, ripeto, non interviene sulla composizione, né sulla disposizione degli oggetti, né sullo sfondo, non interviene proprio su nulla; si limita a “trovare” il soggetto più adatto, lo inquadra e scatta, così com’è, con la luce di quel momento e in quel posto, senza neanche spostarlo di un centimetro.
I soggetti adatti al “found still life” si possono trovare in casa (una mensola, un soprammobile, una libreria), al ristorante (la credenza con i cesti di frutta ad esempio, una o più posate, bicchieri…),al bar, in una vetrina, all’interno di un qualunque negozio, su una bancarella, in ufficio e in mille altri posti.
E’ un genere difficile, perché non è certo semplice isolare l’oggetto o il gruppo di oggetti che vogliamo fotografare (e il tipo di foto invece richiede immagini piuttosto minimaliste) e spesso ci si trova ad avere inquadrature troppo affollate, o fondali che disturbano, e sta a noi, al momento dello scatto o in camera chiara, riuscire ad ovviare a questi eventuali inconvenienti.
Come esempio, riporto una mia foto, fatta al bar: avevo appena finito di bere un caffè, la tazzina era lì davanti a me…..http://feeds.feedburner.com/AlessioCogheStreepher