Non sono sicuro che il coraggio sia una qualità che si acquisisce con l’età, come la saggezza; ma forse qui, tra gli Intrepidi, è proprio il coraggio la forma più alta di saggezza: arrivare a comprendere che la vita può e dovrebbe essere vissuta senza paure.
“Four” è il volume di novelle che conclude la trilogia distopica di Veronica Roth, un successo mondiale iniziato con Divergent e che segna l’esordio di una giovane scrittrice americana. Esce oggi 27 gennaio la versione tradotta in italiano per De Agostini YA che ho avuto il piacere di leggere in anteprima. Nonostante l’effetto stranissimo di leggere in italiano (ho letto tutta la trilogia in inglese) posso dire che ho adorato ogni singola pagina e da ogni pagina traspare il profondo affetto che la Roth nutre per Four.
Quando per Tobias Eaton – il figlio del leader degli Abneganti – arriva il Giorno della Scelta, il ragazzo non ha dubbi: vuole andarsene dalla fazione che per sedici anni è stata la sua prigione e allontanarsi dalla furia del padre violento. Per il suo nuovo inizio sceglie di unirsi agli Intrepidi, perché desidera imparare da loro a sconfiggere le proprie paure e a essere coraggioso.
Con un nuovo nome, “Quattro” comincia l’addestramento, che lo porta ben presto a scalare la classifica degli iniziati e ad attirare su di sé l’interesse delle più alte sfere dirigenziali, che lo vorrebbero trasformare nel più giovane capofazione che gli Intrepidi abbiano mai avuto. Ma è davvero così… oppure c’è qualcosa di più inquietante dietro gli intrighi attuati dai leader Intrepidi?
Due anni dopo, Quattro – disgustato dalle trame della sua fazione – è pronto a fare la propria mossa e a lasciarsi di nuovo tutto alle spalle, ma l’arrivo di una giovane iniziata cambia ogni cosa. Perché, grazie a lei, Quattro scopre un lato di sé che non credeva di possedere. Grazie a lei, potrebbe tornare a essere semplicemente Tobias.
Veronica Roth ci riporta nella Chicago distopica di Tris, raccontando i momenti fondamentali della vita di Quattro e regalandoci così un viaggio nella mente del tenebroso e tormentato protagonista maschile di Divergent.
Certi personaggi ti restano impressi nel cervello anche quando non sono protagonisti in prima persona, ma comprimari di una scelta inimmaginabile. È questo il caso di Four – Tobias Eaton il trasfazione che dagli Abneganti approda tra gli Intrepidi e inizia a costruire il suo percorso di vita, che nonostante si amalgami con quello dei suoi amici e compagni, pure se ne discosta. La Roth ha affermato che aveva iniziato a scrivere Divergent dal suo punto di vista, giocando con il suo ruolo da eroe. Quando poi ha pensato a Tris, non si è certo liberata dell’imperfetto ragazzo che aveva abbozzato inizialmente. Ed eccolo nel suo affascinante ruolo di istruttore e fidanzato, con la forza che riveste solo un vero Divergente. È questo che mi ha sempre colpito del personaggio di Four, la forza che gli viene dal suo essere incerto, spaventato ma allo stesso tempo in grado di prendere decisioni difficili. È sempre stato alla stessa altezza di Tris, si sono sempre confrontati da pari a pari, perché alla fin fine la vera leader è sempre stata Tris.
Four comunque resta un personaggio affascinante perché si è sempre messo in gioco, non si è mai fermato, ma non lascia nulla al caso. Intenzionato a scappare dalle grinfie del padre, si rifugia nella Fazione che dovrebbe dargli più libertà. In realtà ben presto Four si ritroverà in un gioco di potere che minaccia tutta la città in modi che non aveva neanche previsto. L’iniziazione che supera brillantemente e gli regala il suo nickname è solo il primo passo verso la conquista della tanto agognata libertà. Nonostante il tuo coraggio, nel profondo resta un Rigido, uno di quei ragazzi devoti all’altruismo e alla generosità. D’altronde non resta che aspettare, perché le rivelazioni non smettono di arrivare e lo colgono alla sprovvista. Four è come una candela accesa nel buio, incapace di fermarsi, con l’indole del sovversivo. D’altronde lui non vuole esaltare solo una virtù, quella della sua fazione, ed è per questo che cerca in ogni modo non solo “atti di coraggio ordinario” ma “piccoli atti di ribellione”.
Quattro racconti per scoprire il carattere di Four, i suoi pensieri più intimi, le sue certezze e la sua voglia di scappare da un mondo che vorrebbe incanalarlo e che lui, invece, vuole gettare nello scompiglio. Scoprire Tris dagli occhi di Four, poi è una rivelazione sorprendente. L’ammirazione che lui è limpida e genuina e ci rendiamo conto che anche gli esseri più insignificanti, a volte, sono quelli che hanno più forza e più capacità di cambiare davvero le cose.
L’ambientazione, quella della Chicago distopica che abbiamo conosciuto nella Trilogia, si riveste di un nuovo punto di vista, ma resta quella magica e incantata della sede del rifugio degli Intrepidi, con le camerate, il pozzo e l’appartamento di Four.
Il particolare da non dimenticare? Una statuetta azzurra
Quattro storie che aprono un mondo, un nuovo ponte alla comprensione del nostro beniamino Four, un regalo inaspettato per i fan della serie che ancora non si rassegnano. Four con il suo carisma e i suoi difetti resta sempre uno dei bookboyfriend più interessanti che ci siano.
Buona lettura guys!
Ringrazio immensamente De Agostini YA che mi ha regalato l’occasione di leggere questo libro in anteprima in cambio della mia onesta opinione. Grazie!