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"Foxfire" vietato in Italia - Le proteste del regista e dei distributori
Creato il 12 agosto 2013 da Nicoladki @NicolaRaianoMOTIVAZIONE DELLA COMMISSIONE DI REVISIONE DI I° GRADO
Per il nulla osta di proiezione in pubblico con il divieto di visione ai minori degli anni quattordici “La Commissione di revisione cinematografica, esprime, a maggioranza, parere favorevole al rilascio del nulla osta per la proiezione in pubblico con il divieto con il divieto per i minori degli anni quattordici con la seguente motivazione: ...le continue e ripetute condotte di rottura delle regole con modalità violente, il farsi giustizia da sole e la rappresentazione degli adulti come totalmente negativi, pongono seri problemi di elaborazione in un minore di anni quattordici che potrebbe avere difficoltà a contestualizzare ed essere tentato da comportamenti emulativi. Risulta difficile, infatti, per un minore degli anni quattordici, la contestualizzazione che renderebbe maggiormente elaborabili e comprensibili i meccanismi che caratterizzano la storia. Peraltro, il gruppo delle ragazze viene presentato in veste eroica e anche per questo le condotte a rischio possono essere lette come attraenti”.
Ancora una volta siamo esterrefatti dalle commissioni di censura che giudicano i film in uscita nelle sale in Italia: il divieto ai minori di 14 anni inflitto a Foxfire – Ragazze cattive di Laurent Cantet è una conferma ulteriore dell'arretratezza culturale di questo paese, in cui le televisioni generaliste sono libere di trasmettere in prima serata film di spaventosa violenza e un film di un grande autore viene penalizzato e ghettizzato come se potesse recare danno ai giovani italiani. Ma davvero queste commissioni arrivano a pensare che una minore possa emulare le gesta delle protagoniste di Cantet quando si ritrova tutti i giorni sugli schermi televisivi davanti a coetanee che nella migliore delle ipotesi aspirano a diventare ricche e famose attraverso Amici o X-Factor, o magari sperano di entrare nella schiera delle invitate alle feste delle olgettine? La storia proposta da un film acclamato dalla critica internazionale di un regista Palma d'Oro a Cannes è da temere e censurare: e il modello prostituta televisiva? Bene, quella rischia di diventare un assessore comunale, o se è proprio brava, di arraffare una bella carica governativa. Vieri Razzini e Cesare Petrillo (Direttore artistico e Amministratore unico di Teodora Film)
Risposta di Laurent Cantet
Gli adolescenti italiani avrebbero meno capacità di giudicare rispetto ai coetanei francesi, belgi, argentini o canadesi? È questo che l’ufficio della censura italiana, che ha deciso di vietare Foxfire – Ragazze cattive ai minori di 14 anni, sembra volerci dire. La cosa mi sembra misteriosa e confusa. Se questo è il caso, bisognerebbe cominciare a vietare la lettura delle favole ai più piccoli, perché gli orchi divorano i bambini, i bambini uccidono i genitori, sacrificano le proprie sorelle e sono interpreti del proprio destino… e bisognerebbe anche rinunciare a studiare la mitologia greca o latina nei licei, piena com’è di parricidi, incesti e crudeltà…
Fortunatamente, i giovani sono dotati di una intelligenza maggiore rispetto a quella che i censori attribuiscono loro. In tutti i miei film ho cercato di evitare di giudicare i miei personaggi e le loro azioni, mi sono fidato della lungimiranza e del senso etico degli spettatori nel formarsi la propria opinione.
Non appartiene alle opere di finzione in quanto tali il farsi carico del sistema di pensiero dei propri protagonisti? Allora sì: il mondo descritto in Foxfire non è un mondo ideale, gli adulti sono orchi selvaggi, le madri a volte delle matrigne crudeli e le giovani figlie non esattamente delle Sante. E allora sì: la morale non è sempre all’altezza di quello che gli adulti possono sperare. Ma siamo ben lontani dallo spettacolo di violenza proposto da certi videogiochi o da alcune serie tv americane di cui si nutrono i più giovani nell'intero arco della giornata, sui canali liberi o a pagamento, in Italia come altrove. Quella che si vede nel mio film è prima di tutto la violenza di una società che umilia i più deboli (bambini, donne, poveri) e quello che si racconta è il tentativo di formazione della coscienza politica di queste giovani donne che cercano di trovare un posto in un mondo che di loro non ne vuole sapere. Il film non fa mai l’apologia di questa violenza. Le ragazze di Foxfire sono spezzate dalla propria storia e pagano il prezzo dei propri errori in prima persona. Il film non le giudica mai esplicitamente, non cerca mai di giustificarle o di cancellare gli errori e gli eccessi del loro comportamento radicale. Non cerca mai di dare un’immagine romantica di un’adolescenza ribelle, ne osserva piuttosto gli errori senza mai idealizzarli.
Privare un giovane spettatore di questo film vuol dire privarlo di un utile strumento di riflessione sulla violenza, sulla complessità del mondo nel quale è stato chiamato a vivere. Vuol dire prima di tutto negargli qualsiasi capacità di giudizio.
Come molti adulti, gli adolescenti sono capaci di comprendere la frontiera che separa la finzione e la realtà e affermare il contrario, come ha appena fatto la censura italiana, è prenderli per degli imbecilli, cosa che io mi rifiuto di fare.
Le centinaia di migliaia di adolescenti che hanno amato e apprezzato La classe, che hanno riso davanti alle inciviltà dei giovani protagonisti e che in loro si sono anche, a volte, riconosciuti, non sono certamente divenuti dei ribelli o dei mostri. Se, come tutti gli artisti, sono contrario a ogni forma di censura, è perché credo nell’intelligenza. Credo nella virtù pedagogica di opere che incitino alla riflessione e delle quali ho la pretesa di credere che Foxfire faccia parte.
Che nel paese di Pasolini si sia arrivati, oggi, a vietare un film come il mio ai minori di 14 anni mi sembra perfettamente rappresentativo del ritorno di un un ordine morale che nega l’intelligenza e la capacità di pensiero e conferma, davanti ai giovani, quella paura di cui il film cerca di raccontare proprio gli effetti nefasti. Non si combatte la violenza negandola ma discutendola, non si responsabilizzano i cittadini negando loro degli utili strumenti di riflessione.
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