Fra crolli pompeiani e lazzi montiani, l’Udc si ritrova a Chianciano. Ecco i giovani rottamatori della Balena Bianca.

Creato il 09 settembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Mentre a Pompei crolla un altro pezzo di storia patria, un’asse di legno di 4 metri che reggeva il tetto della Villa dei Misteri, segnale unico e inequivocabile che pure ai Professori della cultura (e della Storia) non frega una mazza al di là dei calcoli ragionieristici di bilancio. Mentre il Pdl si sta mettendo ancora una volta di traverso sulla nuova legge anticorruzione, dando la dimostrazione che loro a batterla non ci pensano proprio (domanda: chi non vuole che passi una legge contro la corruzione, è possibile definirlo corrotto o corruttore?), i giovani dell’Udc, a Chianciano, tentano di rottamare un po’ delle idee del loro partito e aprono decisamente sul testamento biologico, le coppie di fatto e l’Imu che anche la Chiesa dovrebbe pagare. A Chianciano sarà perché le acque compiono miracoli (tanto che molti anni fa venne coniato lo slogan “Chianciano, fegato sano”), evidentemente la cura funziona se è vero che Rifondazione Comunista da queste parti arrivò come un partito e se ne andarono in due e che fra i Verdi finì a martellate. Apparentemente, questa kermesse delle idee udiciane, è la solita passerella di vecchi maggiorenti democristiani in cerca di cure e di benessere. Bevono acqua e fuggono in bagno in barba all’età e alla sciatica ma, soprattutto, ragionano del nuovo che avanza. I giovani, che sono arrivati investendo in proprio e mettendo mano al portafoglio, osservano, deducono e concludono: “Qui ci vorrebbe una grande rottamazione di gruppo, ma poi, in Campania, chi ci assicurerebbe i 200mila voti che prendiamo con Paolo Cirino Pomicino?”, per la serie: così giovani e già così maledettamente democristiani. E allora via alla presentazione dell’ultimo libro dell’ex andreottiano, ché tanto non può nuocere anche se a presentarlo sono 2232 e Luciano Violante, un ex socialista iscritto alla P2 e un ex comunista teorico delle “morti uguali” per tutti, fasci e partigiani. Gli 'attrezzi' che girano a Chianciano sono Ciriaco De Mita, Enzo Carra con le manette appese al panciotto, Paola Binetti con l'inseparabile cilicio, Savino Pezzotta, Ferdinando Adornatoe, come già detto, quel gran pezzo di scrittore di peso (elettorale) che si chiama Paolo Cirino Pomicino che sembra più un senatore romano che un deputato campano. Dietro le quinte, pronti però a un ingresso trionfale sulla scena, si aggirano Michel Martone e la mancata velina berlusconiana, nonché ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia la quale, dopo aver abbracciato  Pierfy ricavandone un istinto sessual-primordiale pari a quello che si proverebbe con un manico di scopa, dice alla platea in formato standing ovation: “Io sono con voi” e confessa, la signora, come se ce ne fosse stato bisogno, che in passato lei ha votato per il Pdl ma che poi si è pentita: insomma, il tempo di assicurare alla sua famiglia la gestione del mega hotel costruito alla Maddalena per il G8 abortito e cambiare bandiera. La novità di questa riunione di studio e di elaborazione delle idee del nuovo Udc, sono però proprio i giovani che dicono: “Noi la Democrazia Cristiana non sappiamo neppure cos’è stata, siamo moderati e ci piace stare al centro del dibattito politico”. Però poi si ricordano che essere giovani non è un reato e allora vengono fuori altre idee ed altre considerazioni e si lasciano andare: “Ci vuole pragmatismo. Come possiamo non chiedere che la Chiesa paghi l’Imu? Come possiamo continuare a negare che sul testamento biologico occorre un’altra visione? Le coppie di fatto esistono e fanno parte del nostro conteso sociale, non possiamo mica ignorarle”. Insomma, questi giovani dell’Udc sono esattamente come i loro coetanei degli altri partiti (Pdl escluso ovviamente): desiderano parlare e confrontarsi, capire e aprirsi al nuovo che avanza. Poi vedono caracollare Ciriaco De Mita e si rendono conto che non sarà facile rottamarlo, pur continuano a pensare che la Balena Bianca sia solo l’incubo del comandante Achab. Loro Moby Dick l’hanno letta e perfino capita.

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