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Fra flessibilita' e sicurezza: quali erosioni?

Creato il 28 marzo 2014 da Alessandro @AleTrasforini
"[...] Alla base degli aspetti della precarietà [...] c'è un processo ben determinato: la moltiplicazione dei lavori flessibili tende a erodere la maggior parte delle tutele che l'Organizzazione Internazionale del Lavoro ha proposto [...] per definire il cosiddetto lavoro 'decente' o 'dignitoso'. 
Nel 1999 si svolse [...] l'Assemblea annuale dell'Organizzazione e il rapporto del direttore generale s'intitolava 'Pur un travail dècent'. 
In questo rapporto venivano delineate [...] forme base di sicurezza economica e sociale che dovrebbero essere garantite a tutti i lavoratori. 
Mi limiterò a ricordarne alcune, con qualche adattamento e un'aggiunta [...].
Sicurezza dell'occupazione, che significa non solo protezione contro i licenziamenti abusivi, ovvero senza causa, ma anche stabilità dell'occupazione compatibile con un'economia dinamica. 
Sicurezza professionale, che implica la possibilità di valorizzare la propria professione accrescendo via via le competenze tramite il lavoro e formandosi una riconoscibile e stabile identità professionale.
Sicurezza nei luoghi di lavoro, che comprende la protezione contro gli incidenti e le malattie professionali grazie a un'adeguata regolazione in tema di salute e sicurezza, che preveda anche limiti agli orari e agli straordinari, nonché la riduzione dello stress sul lavoro. 
Sicurezza del reddito, ovvero creazione e mantenimento d'un reddito adeguato, in grado di assicurare al lavoratore e ai suoi familiari la copertura  dei 'costi dell'uomo' a fronte d'un dato livello di sviluppo sociale. 
Sicurezza di rappresentanza, che rinvia alla garanzia offerta dalla possibilità di espressione collettiva sul mercato del lavoro grazie a organizzazioni sindacali libere e indipendenti, nonché ad altri organismi capaci di rappresentare gli interessi dei lavoratori.
Sicurezza previdenziale, ovvero la possibilità di assicurarsi attraverso il lavoro un reddito che permetta di mantenere, dopo l'uscita dal lavoro, un livello di vita comparabile a quello precedente. 
Questa forma di sicurezza non compare nell'elenco originale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro. 
La moltiplicazione dei lavori flessibili erode una parte notevole di queste forme di sicurezza. 
L'aumento dei lavori flessibili riduce [...] quella relativa alla stabilità dell'occupazione, mentre la formazione e la valorizzazione delle professionalità e dell'identità lavorativa sono rese difficili dalla varietà di ambienti lavorativi, esperienze tecniche, modelli di organizzazione del lavoro cui è esposto il lavoratore flessibile. [...]"
FRA FLESSIBILITA' E SICUREZZA: QUALI EROSIONI?
Fonte: "Vite rinviate - Lo scandalo del lavoro precario", L.Gallino, iLibra - La Repubblica

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