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Fra primarie e "bene comune": come riscrivere davvero l'italia?

Creato il 26 novembre 2012 da Alessandro @AleTrasforini

Oltre tre milioni di persone, per una sfida che potrebbe senza alcun dubbio decidere le sorti della politica (e dell'Italia) intera per i prossimi anni: sono stati numeri impressionanti quelli che hanno contraddistinto il primo turno delle primarie "Italia, Bene Comune".  Il secondo turno dovrà determinare un nome che potrà, salvo Monti-bis, governare il Paese. Avrà l'arduo compito di governarlo a piene mani, forte (e consapevole) di una (pre)potente ed importante legittimazione democratica: sembra essere sempre più chiaro e nitido il grande obiettivo che andrà a configurarsi dopo il 2 dicembre. Servirà una larghissima svolta, nella quale non dovranno essere più pochi uomini al comando a tessere le "trame" di Governo per l'Italia che verrà: la grande svolta per un Paese migliore può essere innescata solamente con l'apporto ed il supporto di tutti.  Sarà necessario essere chiari, lucidi e trasparenti sul non certo esaurito "stato di allerta": toccherà alla politica essere coerente nell'ammettere che le emergenze non sono affatto terminate con la fine della "tecnocrazia". Nell'essere coerenti, sarà necessario adoperarsi di conseguenza: guardando a generiche tematiche come queste, la questione delle primarie non può essere sfigurata in un ridicolo volto fatto di sole percentuali, vincitori e vinti. Dal candidato vincitore dovranno essere perfezionate squadre capaci di sintetizzare (e migliorare) i contenuti programmatici presentati da ciascun protagonista di questo confronto.  Migliorare il programma dovrebbe significare, per fortuna o purtroppo, saper andare oltre le semplici dichiarazioni di intenti e troppe altr(ettant)e ridicole polemiche: rimangono domande ben più gravi a cui è necessario rispondere. 
  • Come coniugare le necessità di crescita (ed investimento) con le prospettive di salvaguardia esclusiva del rigore che si prefigurano come predominanti per i conti pubblici italiani? 
  • Attraverso quali risorse sarà possibile realizzare positivi cambiamenti, a fronte di oneri di spesa da rispettare necessariamente ogni anno? 
A domande come queste dovranno rispondere, per fortuna o purtroppo, le cifre che qualunque candidato vincitore dovrà, se eletto democraticamente, gestire con la miglior competenza possibile: dove reperire 80 miliardi di Euro l'anno per "onorare" gli interessi maturati sul debito pubblico? Su quali voci di bilancio sarà necessario operare per sottostare a quanto sottoscritto (e da rispettare annualmente) nel patto di stabilità europeo? 
  • In caso di crescita mancata, o di percentuali non elevate quanto le attese, si dovrebbero prefigurare esclusivamente operazioni di "taglio" già praticate con ampie critiche dai precedenti Governi (sia 'tecnici' che politici)?
La preferenza nell'urna, guardando al secondo turno del 2 dicembre prossimo, dovrebbe essere data facendo affidamento sulla necessità prioritaria di ottenere risposte precise a domande tremendamente importanti come queste. Quale rilevanza sarà data ad alcuni degli aspetti più validi presenti nei programmi degli altri candidati, usciti 'sconfitti' dal primo turno? Come si potranno sintetizzare punti di vista politici ed operativi molto distanti (apparentemente?) l'uno dall'altro?  Nella settimana che separa l'elettore progressista (o desideroso di progresso, a seconda dei punti di vista) dal secondo turno delle primarie sarà necessario impostare ragionamenti costruttivi attorno a molte delle tematiche che potrebbero determinare in maniera radicale il (riabilitato?) futuro di questa Italia: 
  • Quali politiche portare avanti nelle sedi mondiali e continentali? Sarà possibile riequilibrare gli accordi di "rigore prevalente" fino ad oggi sottoscritti? Attraverso quali voci e quali garanzie sarà possibile farlo?
  • Attraverso quali reali provvedimenti coniugare prevenzione del territorio, protezione dalle emergenze di dissesto idrogeologico e/o sismico?
  • Attraverso quali strategie (/risorse/programmi/progetti[...]) poter procedere per creare occupazione ed adeguati indici di crescita?
  • Come affrontare il problema energetico? Come poter cambiare la politica energetica di un Paese intero dopo anni di nulla e (cumulate) scelte sciagurate?
  • Quali provvedimenti prendere per salvaguardare e preservare il mondo delle imprese e, contemporaneamente, tutelare quello dei lavoratori? 
  • Su quali realtà confrontarsi per definire quanti e quali tagli mettere in campo in tema di spese militari, guerre e politiche di pace (/gestione dei conflitti)?
  • Attraverso quali provvedimenti concreti realizzare riqualificazioni industriali situate in zone dove il lavoro è riuscito a diventare, al tempo stesso, fonte di vita e sorgente di morte? Esistono margini per migliorare o rinnovare investimenti e cicli produttivi oggi in manifesto declino? 
  • Come muoversi per tradurre in realtà concetti generici quali "prevenzione" e "sostenibilità ambientale"? 
  • Quale spazio riservare a questioni fondamentali ma troppo sottovalutate come diritti civili, integrazione e cittadinanza ai minori nati (e cresciuti) in Italia?
  • Quali risorse e quali provvedimenti mettere in opera, guardando a conti pubblici "ingessati", per migliorare questioni afferenti al lavoro?
  • In cosa consiste esattamente la cosiddetta "Agenda Monti"? Cosa significa realmente e concretamente aggiungere "qualcosa in più" a quest'ultima?
Sono ancora troppe le domande che sarebbe possibile scrivere, moltissime le risposte su cui sarebbe necessario strutturare un dibattito costruttivo al fine di rendere più stabile quella che sembra essere diventata la sola Speranza su cui fare affidamento per impedire all'Italia intera di precipitare definitivamente nel baratro. L'elettore, guardando alla cosiddetta "ultima croce", potrebbe guardare concretamente all'incontro fra idee e non certo allo scontro di candidati e posizioni "di partito". Sono infatti gli stessi partiti a doversi mettere ad assoluta disposizione (e subordinazione) dei cittadini, non certo il contrario. Solo così, forse, sarà possibile agevolare una miglior ripresa di credibilità ed una meno indolore transizione verso la Terza Repubblica?  Il periodo che separa il popolo dei "sensibili" dal secondo turno potrebbe essere un periodo nel quale elaborare uno "scontro costruttivo" fra visioni differenti, cercando magari di integrare il tutto con frammenti di proposta provenienti dagli "sconfitti"?  Sembra ridicolo rispondere a domande come queste con esclusive percentuali o con "incisivi" dibattiti circoscritti al rinnovato dualismo interno (ed esterno) al solo Partito Democratico. Le elezioni primarie sono, infatti, solo un primo "scoglio" che è necessario superare per tentare di arrivare al Governo del Paese: in caso di sconfitta o passi sbagliati, infatti, la "rottamazione" rischia di diventare collettiva.  Il rischio più grande è, infatti, quello di rimanere "collettivamente orfani" di un qualcosa di terribilmente più grande:  "[...] Sono orfano [...] di partecipazione e di una legge che assomiglia all'uguaglianza/ Di una democrazia che non sia un paravento/ Di onore e dignità, misura e sobrietà/ E di una terra che è soltanto calpestata/ Comprata, sfruttata, usata e poi svilita/ Orfan di una casa, di un'Italia che è sparita [...]"
 p.s.: quali risposte poter dare all'uomo (travestito da megafono) che ha descritto la giornata di ieri come "[...]rappresentazione senza contenuti, un'auto celebrazione di comparse, un grottesco viaggio nella pazzia [...]  un bromuro sociale, un calmante, [...]"? Risposte esaurienti al contenuto politico-programmatico della questione potranno darle, per fortuna o purtroppo, solamente il tempo ed una degna legge elettorale non "confezionata ad hoc" per favorire un "Monti-bis". Le risposte migliori sul contenuto socio-personale della questione possono comunque darle, tanto per cominciare, quelle moltissime persone che hanno scelto di votare, assieme a tutti quei volontari che hanno scelto, per un giorno, di credere alla possibilità di poter essere piccola parte di un sogno. Potrebbe l'uomo-megafono (assieme all'uomo parlante?) andare, seggio per seggio, ad accusare votanti e volontari di essere vittime illuse e tradite di un sistema finto e pilotato? Quali "risposte" potrebbe ottenere? Quali più importanti risposte dovrebbe dare invece questo uomo-megafono, prima di tutto agli aventi diritto che hanno scelto di votare il suo "Movimento"? Dovrebbe spiegare troppe cose che, fino ad oggi, non ha purtroppo ancora fatto in maniera adeguata ed esauriente. Di tempo per rispondere, comunque, ne resta ancora abbastanza. Sempre "dall'alto di un blog", ovviamente.



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