Un piccolo mosaico: le tessere sono le impressioni, le emozioni, provate guardando fuori, anche se di poco, dalla mia postazione abituale.
Cristalli
Ajoite nel quarzo
Ancora cristalli: ricordate che questo è l’anno internazionale della cristallografia?!
Questa volta la meta è a Firenze: Museo di storia naturale “La Specola”. Nelle sale del primo piano è esposta una collezione di cristalli e proprio non trovo aggettivi che possano anche solo far immaginare l’incredibile spettacolo che si presenta al visitatore. Colori, trasparenze e forme che riportano a fantastiche descrizioni di fiabeschi tesori. E’ solo esposizione dei favolosi pezzi di una collezione unica al mondo. Non ci sono poster esplicativi: solo i nomi dei minerali classificati seguendo la nomenclatura mineralogica della Mineralogical Association. Se, come me, non possedete la vista di un’ aquila, consiglio l’acquisto del libricino “Cristalli” in vendita all’entrata della mostra, che consente, una volta usciti dall’incantato stupore che la vista di tanto splendore suscita, di approfondire la visita con i nomi dei minerali proprietari di quelle magie.
Naturalmente una vota entrati nel museo consiglio di non limitarsi alla mostra ma di visitare anche le altre sale. Eccovi alcuni flash.
Arte
la Tribuna di Galileo
“La Tribuna di Galileo, inaugurata nel 1841 da Leopoldo II di Lorena, fa parte del Museo di
La Tribuna di Galileo
Storia Naturale dell’Università di Firenze e rappresenta uno dei pochissimi esempi di stile neoclassico a Firenze. La Tribuna, come il nome suggerisce, è dedicata a Galileo Galilei e venne eretta con lo scopo di collocarvi alcuni strumenti scientifici ideati proprio dallo scienziato toscano. Gli affreschi e i bassorilievi presenti sulle volte del tempio, inoltre, raffigurano strumenti, scoperte scientifiche e gli scienziati a cui tali scoperte vanno attribuite.
La ricetta
La poesia
Sempre per le sale della Specola, ecco l’incontro con il verme solitario, indissolubilmente
Tenia o verma solitario
legato alla poesia di Ernesto Ragazzoni che sentii recitata da David Riondino. Ve la propongo, consigliandovi di ascoltare anche la superba interpretazione che ne dà il grande Gassman.
Solo è Allah nel Paradiso
del Profeta Macometto
solo è il naso in mezzo al viso
solo è il celibe nel letto,
ma nessun, da Polo a Polo,
come me sul globo è solo,
né mai fu, per quanto germe
ebbe lune del lunario,
perch’io solo sono il verme
lungo verme
cupo verme
cieco verme
bieco verme
triste verme
solitario.
Solitario sulla vetta
della torre antica è il passero
solitario. È la vedetta
solitaria in cima al cassero,
solitario è il soldo, o duolo,
del tapin ch’à un soldo solo,
solo andava il cieco inerme
e ben noto Belisario,
ma il più sol di tutti è il verme
lungo verme
cupo verme
cieco verme
bieco verme
triste verme
solitario.
Tutte l’altre creature
hanno moglie od hanno figli:
i canguri han le cangure
i conigli han le coniglie,
l’api accoppiansi nell’aria
e persin la dromedaria
tra le sabbie nude ed erme
ha il fedele dromedario.
Il più sol di tutti è il verme
lungo verme
cupo verme
cieco verme
bieco verme
triste verme
solitario.
Una vaga fantasia
alle volte pur mi coglie,
la mia mente vola via
e m’immagino aver moglie,
mi par d’essere, o cuccagna,
un bel nastro, una lasagna…
non più fitto in membra inferme
nel mio vil penitenziario
e non più essere un verme
lungo verme
cupo verme
cieco verme
bieco verme
triste verme
solitario.
Nastro a volte mi figuro
di annodarmi intorno a un collo
di fanciulla esile e puro.
In intingoli di pollo
altre volte invece parmi
da lasagna intingolarmi.
Il mio cor si tuffa in terme
di speranza… ed al contrario
resto sempre il verme, il verme
lungo verme
cupo verme
cieco verme
bieco verme
triste verme
solitario.
Pure il giorno verrà, il giorno
che uscirò fuori a vedere
come è fatto il mondo intorno
miserere, miserere,
finirò la vita trista
nel boccal di un farmacista
pieno d’alcool ed erme-
ticamente funerario,
perché io non son che il verme
lungo…
cupo…
cieco…
bieco…
triste VERME
SOLITARIO
Fuori dai musei
alchemilla: niente guttazione.Le gocce sono di pioggia!
La pianta
Scarpinando per i sentieri di montagna intorno a Gressoney, pur stremata dalla fatica, inevitabile conseguenza di uno stile di vita all’insegna dell’immobilismo estremo, ho avuto la forza di fotografare l’alchemilla.
L’alchemilla vulgaris (detta anche erba stella), deve il suo nome all’alchimia. Gli alchimisti, infatti, utilizzavano le gocce che si depositavano ai margini delle foglie, per il fenomeno della guttazione. In condizioni di eccessiva umidità, l’acqua non evapora e la pianta perde gocce dagli idatodi (organi secretori d’acqua). Se avete in casa piante come la colocasia, forse avete notato questo fenomeno. Nell’alchemilla le gocce si formano sulle punte frastagliate delle foglie.
Gli alchimisti chiamavano quest’ acqua “acqua celestiale” o “acqua dei saggi” e la usavano per la ricetta della pietra filosofale
“Perché come non ci nutriamo del grano, ma siamo obbligati a ridurlo in farina, a separarne la crusca, a impastarla con l’acqua per fomarne il pane che deve essere cotto con un forno, per essere alimento conveniente, così noi prendiamo la pietra, latritiamo, ne separiamo con ilfuoco segreto ciò che ha di terrestre ; la sublimiamo, la dissolviamo con l’acqua dei saggi, cuociamo questa semplice confezione per farne una medicina sovrana.( Alfredo Cattabiani –Florario- Oscar Saggi Mondadori 1998).”
Viene anche utilizzata in preparati erboristici che avrebbero il potere di : prevenire l’avvizzimento del seno e la smagliature, curare congiuntivite e arteriosclerosi, funzionare da antinfiammatori, sedativi, cicatrizzanti.
La curiosità
E dopo le fatiche della montagna: le meravigliose acque termali, riposanti e rilassanti. E mentre mi beo tra gli spruzzi delle piscine del Villaggio della salute di Castel San Pietro ( vicino a Bologna), penso a … radiazioni. Non è pertinente? Vedremo!
Un piccolo salto temporale ed eccoci nel 1916. Vi propongo alcuni passi di un dotto capitolo “Emanazioni radioattive delle acque minerali e la loro importanza terapeutica”
“ non è quindi la sola composizione chimica delle acque che deve richiamare la nostra attenzione, ma ancora la conoscenza delle sue proprietà chimico fisiche, avendo la scienza moderna accertato, come le acque delle stazioni di cura contengano maggiore numero di elementi di quanto si credesse in passato, come a dire metalli in stato particolare e dei gaz rari e specialmente emanazioni di radio e di torio.
Le recenti scoperte di Curie, di Charles, di Moureu, hanno di molto favorito tali ricerche , ma ciò che maggiormente interessa l’idrologo attuale è la presenza nelle acque dell’emanazione del radio , il prezioso metallo che esiste in quantità discreta nella profondità del suolo e che ha la principale proprietà di dar luogo alla formazione di gaz di emanazione. Questa lentissima trasformazione che si svolge nelle profondità delle rocce e viene portata alla superficie del suolo dalle acque, che vengono così a fornire eccellenti stazioni di cura.
Ma fa d’uopo osservare che se molte sorgenti contengono tracce di emanazione, poche scaturigini sono realmente radioattive, essendo necessario che una quantità apprezzabile di emanazione sia contenuta nell’ acqua, perché si possa ammettere la radioattività di questa ed il suo valore curativo.”
Buone vacanze!