Frammenti Milanesi/19 - Spremuta milanese
Creato il 08 giugno 2011 da Mapo
Non ditemi che non l'avete notato: da quando Giuliano Pisapia, osannato dal popolo arancione (mix tutto milanese e cromaticamente anarchico tra rossi vecchio stampo e popolo viola) è diventato nel clamore generale il primo cittadino di questa città non c'è stata più nemmeno una giornata di sole.
Colpa di Pisapia!
Questo mantra un po' irrisorio e quasi scaramantico che ci siamo sentiti ripetere nelle lunghe settimane di campagna elettorale pre e post-ballottaggio, nasconde, quindi, un fondo di verità almeno metereologica in grado di mandare in pensione il buon vecchio "Piove! Governo ladro!".C'era da aspettarselo, da questi comunisti! Eppur che brividi, in questa primavera milanese. Io ero là, quando quella donnicciuola di Vendola (con l'orecchino, come uno zingaro!) ha scagliato parole pesanti da un palco improvvisato in piazza Duomo. Ero là, quando quell'ipocrita di Gino Strada ha osato parlare (con tutti i problemi che già hanno gli italiani!) di corpi sventrati da bombe in paesi che a malapena sappiamo trovare sulla cartina. Ero là, quando quella comunista di Lella Costa ha pensato bene di difendere pubblicamente i teatri, fucina di idee sovversive e così dannatamente antitetiche al dogma televisivo. E quanti altri si sono succeduti al microfono, per urlare e ricevere applausi da stadio. Rumorosi, certo, ma pochissimi. Se non ricordo male si parlava di una decina di individui, secondo la questura. Certo, appesi al cavallo di Vittorio Emanuele II (vilipendio!) sembravano quasi di più mentre intonavano a gran voce "Decorato, disoccupato". Un incubo lombardo, reso appena sopportabile dalla conquista di una vera "roccaforte della sinistra come Treviglio", parola di Lupi.E che facce, nella piazza. Tutto quel colore stile agrume di Sicilia non era certo sufficiente a camuffarli, quei comunisti facinorosi. E' un miracolo che qualcuno non ci abbia lasciato le penne, tra tutti quei bambini che giocavano felici e spensierati in una piazza (per l'ultima volta, forse) soleggiata. Tra tutte quelle mamme in bicicletta appena uscite dal lavoro. Tra tutti quegli studenti con i pantaloni corti e la barba incolta che reggevano tra le mani bandiere inneggianti all'acqua pubblica. Capaci persino di essere bocconiai, soliti sinistrorsi con il portafoglio nella tasca controlaterale. Non ho visto i ROM, ma suppongo sia solo una questione di tempo. Come dice Crozza, saranno stati ancora tutti assiepati a Voghera o a qualche altro confine alle porte della Mediolanum, pronti a sferrare l'attacco decisivo al nostro benessere borghese, sudato da generazioni e (chi mai oserebbe affermare il contrario) meritatissimo! Perchè i nostri avi (quelli si!), si sono sudati casa e stipendio, non come questi islamici che vengono a imporci le loro sporche moschee! C'è da avere paura solo a scriverlo, di questi tampi in cui il vento cambia e rischia di portarci via i nostri sani valori di diseguaglianza sociale. Andrà a finire che persino evadere le tasse sarà considerato peccato in questa Milano volenterosa che sfama mezza Italia!E che gli sarà entrato in testa a quel pretucolo di Tettamanzi? Predicare carità e accoglienza dal suo pulpito domenicale! Questa poi! Non poteva trovare un altro momento per ricordarsi i comandamenti della dottrina cattolica!?
Poi però mi sono guardato intorno e, d'improvviso, ho sentito tutto un poco più leggero. Ho visto una persona rispettabile e dall'aria simpatica prendere le chiavi del municipio accolto da una folla festante che ha fatto la coda sotto la pioggia solo per stringergli la mano o fargli una foto. L'ho visto abbracciare la Moratti con abbastanza grazia da non farle cascare la faccia imbalsamata e i capelli da museo delle cere. Mi è sembrato di vedere un'Italia che un pochino si sveglia da un torpore berlusconiano ormai simile a un lungo letargo che si ha solo voglia di dimenticare al più presto. Ho visto un premier in un affanno un po' più convinto nel solito nel negare ai suoi (suoi?!) cittadini il diritto di andare a votare per una legge uguale per tutti. Ho visto 5 referendum in più nella città di Milano. Ho visto Formigoni nervoso e sempre peggio vestito urlare sciocchezze nei dibattiti in tv. Ho visto un sacco di gente contenta che torna a parlare di politica nei bar, sui tram, per strada. E non con la solita nenia anti- o pro-berlusconiana fine a sè stessa, ma con rinnovato interesse (si può azzardare amore?) nei confronti dell'unico modo in cui il nostro mondo così progredito, che cerca di salire su Marte mentre una sua buona metà soffre di fame, ha trovato per governarsi: la democrazia. Ho visto persino qualcuno che crede veramente che recupereranno la zona della Darsena.
Ma ho visto, soprattutto, 3 panchine nuove davanti all'ingresso del Monzino. Ci si appoggia volentieri il sedere, aspettando l'autobus. Sarà tutta colpa di Pisapia?
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