Frammenti milanesi/29 - Piovono aghi, da lassù

Creato il 08 novembre 2013 da Mapo
"Ha visto come lo valorizza il bordino bianco?" - Anche se ingiallito dal fumo, il sorriso del fotografo si fa largo nella barba incolta e brizzolata e sembra di quelli sinceri.Porta una fede d'oro giallo, liscia; regge tra le mani l'ingrandimento della fotografia di un gatto color mattone. Sembra una tigre in miniatura: gli occhi sornioni, le orecchie ritte da cui spuntano ciuffi di peli bianchi come il latte, il verde del giardino di una villetta sullo sfondo a fare da giungla di seconda mano.La porta di questo piccolo negozio, sopravvissuto tra le grandi boutiques del centro, si apre su una via laterale di piazzale Cordusio e, aprendosi, il fastidioso cigolio sfuma nel rumore del campanello - Drin! - che annuncia al proprietario l'arrivo di nuovi avventori.
Oggi è uno di quei giorni che Milano piove da tutte le parti. Da sopra, da sotto, da davanti e da dietro. Ci si sente, parafrasando Van de Sfroos, come bambole trafitte da aghi bagnati, scagliati a tutta velocità, come una punizione. Si volta un po' increduli lo sguardo a 360 gradi faticando a capire da dove arrivi tutta quest'acqua che durante l'estate tanto ci manca, che i taxi sollevano dalle pozzanghere sui pantaloni dei passanti e che inumidisce i capelli delle signore eleganti, preoccupate di quelle centotrentamilalire buttate nella permanente.Ci sono due gemelle sui quarant'anni; camminano in fretta dentro quattro stivali, due cappotti e un ombrello. Tutti neri. Quella a sinistra lo tiene nella mano destra, a garantire un bagnarsi simmetrico.Le guglie del Duomo si indovinano appena nella nebbia, tranne quella che luccica in cima, coperta dai ponteggi. I turisti giapponesi maledicono il maltempo, rovina gli scatti, mentre uscendo dalla metropolitana i pendolari sembrano accorgersi di quanto, ormai, venga buio presto.L'umidità è ovunque. Se ve ne sia più dentro o più fuori è difficile a dirsi, dipende dall'umore di ognuno. Cinema e pizzerie cominciano ad accumulare ombrelli fradici all'ingresso, mentre i cani al guinzaglio trovano la forza a malapena di alzare una zampa per pisciare.A spasso in questa anticamera dell'inverno si prova piacere a camminare sulle grate della metropolitana; da sotto, l'aria alza le sciarpe facendo sembrare un po' tutti protagonisti dello spot televisivo di una compagnia d'assicurazioni.
"Era il mio gatto - racconta l'anziano signore prima di pagare un euro e cinquanta al fotografo - l'altra sera l'ho trovato morto, sul divano. L'ho capito dopo ore, pensavo dormisse".
E' la persona più alta e più magra del mondo, o, forse, lo dico solo per via della faccia allungata che gli disegna sul viso la maschera di un gigante triste. L'impermeabile beige, gli occhiali con la montatura dorata e il cappello di loden, con quella fantasia a quadretti, invecchierebbero un liceale. Ne risulta un'immagine indatabile e un po' effimera, come di uno spettro malinconico uscito a maledire il mondo.
"Non era anziano, quando tornavo a casa aspettava sempre alla finestra. Ultimamente sembrava un po' stanco, non immaginavo fosse malato""Mi dispiace molto, ecco il suo resto"
Allo scontrino, appena nato, viene spontanea qualche lacrima silenziosa.
- Drin - 
Oggi neanche i venditori di ombrelli riescono a sorridere.

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