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Francesca Casula e il progetto Liberos

Creato il 19 settembre 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

“Tosta? Altroché. E sa perché? Non ho ancora perso la visione di un altro mondo possibile. E sì che ne avrei avuto motivo”

Ci spera ancora Francesca Casula, nata a Cagliari nel ’78. Crede che qualcosa ancora si possa fare. Almeno attraverso i libri. Tanto che di recente ha dato vita a Liberos.it, di cui è segretaria.

Cos’è? Ce lo facciamo spiegare da lei.  

Francesca Casula e il progetto Liberos

“Intanto – afferma –  è un progetto che nasce in Sardegna  e che si è basato sulle relazioni già esistenti tra i soggetti della filiera territoriale del libro. Il nostro compito è stato quello di rendere maggiormente solidali ed efficienti queste relazioni, proponendo ai diversi attori, che di quella filiera sono i protagonisti, un codice etico condiviso. Lìberos è un laboratorio di progettazione culturale che si esprime attraverso un social network, una comunità composta da circa 6500 lettori e un circuito di operatori della filiera del libro al quale hanno aderito nel tempo librerie, biblioteche, festival e associazioni culturali, così come case editrici, scrittori, e agenzie letterarie. Successivamente, e grazie alla nostra dimostrata capacità di ottimizzare gli sforzi e rispondere alla domanda di cultura, Lìberos è diventato l’interlocutore di diversi enti pubblici e istituzioni, che ritrovano nella nostra attività un vero e proprio modello culturale”.

Liberos è una risposta alla crisi dell’editoria? Ma quali soluzioni propone a librai ed editori disperati? ” Guardi -risponde-  Lìberos nasce in risposta alla crisi del mercato editoriale, ma non si è mai proposto come portatore di soluzioni.  Ci piace, invece, vederlo come il catalizzatore, in quanto è stato capace di veicolare le energie positive promosse dagli operatori culturali sardi in un unico progetto condiviso.  Ovunque, e in  qualunque campo, il pensare e agire in termini collettivi porta vantaggi. Lìberos nasce come collante di queste forze, le evidenzia, le promuove e le protegge; ne è, sostanzialmente, la forma organizzata”.

 Per qualsiasi lettore l’iscrizione a Lìberos è gratuita e semplice quanto quella a qualsiasi altro social network. È infatti sufficiente accedere alla sezione “Registrati” del sito Lìberos.it e, inserire il proprio indirizzo email.

Ma Lìberos si rivolge anche agli autori, agli editori, ai librai, ai bibliotecari, alle associazioni, ai festival, ai professionisti e a tutti gli attori che promuovono attività culturali direttamente o indirettamente legate alla lettura. “Per questi – aggiunge Francesca – ha l’ambizione di rappresentare un prezioso e gratuito strumento di rete, in particolare per quelli più indeboliti dagli indirizzi di mercato e dalle politiche dei tagli ai fondi pubblici per la cultura. L’associazione Lìberos opera quindi sul territorio sardo attraverso la forza di un patto di solidarietà tra gli operatori del circuito. Questa solidarietà è fatta di comportamenti attivi definiti da un codice etico. I mediatori culturali professionali, no profit o istituzionali che vogliono aderire alla comunità di Lìberos si impegnano a condividerrne lo spirito e a offrire ai lettori sardi esperienze, in cui la qualità dell’offerta culturale non sia mai separata dal rispetto delle relazioni di rete”

I vantaggi per gli operatori aderenti? A sentire Francesca sono diversi. “Ciascuno – chiarisce – siano essi librai, biblioteche, autori o editori, può beneficiare del valore aggiunto portato da un marchio solidale e collettivo, capace di diventare strumento di relazione costante, progettazione comune e comunicazione diretta con i lettori. La carta VIR – very important reader - è, invece, il modo che Lìberos ha scelto per valorizzare la presenza dei lettori all’interno della propria rete.”

Quanto è costato questo progetto? “Quando è nato – dichiara – è costato in termini di tempo-lavoro volontario dei soci, investimento che non è finito neanche quando, a gennaio scorso, abbiamo vinto la prima edizione del bando cheFare promosso da Doppiozero, 100 mila euro per un progetto d’innovazione sociale”.

Liberos, un’idea unica in Italia? “Lìberos è un progetto culturale – replica-  che è stato capace di segnalarsi  in Italia. Ciò che ci ha permesso di distinguerci è rintracciabile nella dichiarazione della Giuria del premio CheFare”.

E’ un’iniziativa chiusa ad utenti sardi? Francesca specifica: “Lìberos è un progetto che si è dimostrato capace di creare coesione sociale nei territori reali, utilizzando in modo creativo, accessibile e non banale gli strumenti del web, della comunicazione digitale e dei social network. Per questo, e pur traendo ispirazione e forza dal contesto particolare ed orgogliosamente locale della Sardegna, siamo convinti che in tutta Italia ci sia bisogno di iniziative collaborative di questo tipo”.

Mettere in piedi Liberos è stato faticoso. “Abbiamo girato – dice- 200 volte la Sardegna. La difficoltà è quella di convincere gli interlocutori a superare i particolarismi e a non concentrarsi solo o principalmente sul vantaggio individuale. Alla fine, il vero problema è solo questo. Quando c’è la vera comprensione del progetto e una adesione reale, non solo dichiarata, tutte le difficoltà si superano”.

Tra qualche anno? “La nostra speranza è che Liberos diventi superfluo – afferma- e che la cooperazione sia talmente dentro le teste di chi progetta cultura da non aver più bisogno di Lìberos”.

Perché questo nome? “Il nome dell’associazione – conclude – è stato votato sulla base di diverse proposte, sulle quali ha avuto la meglio quella di Alberto Masala. Ci piaceva l’idea che nella variante logudorese del sardo la parola Liberos significasse sia libri che liberi”.

                                                                                                                         Cinzia Ficco


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