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Francesca: una giovane video-maker freelance si racconta

Da Twagomagazine @lorenzomonfreg

 Ciao Francesca, ci racconti qualcosa di te per iniziare: i tuoi studi, e perche’ la scelta di intraprendere una carriera da freelance?Francesca: una giovane video-maker freelance si racconta

 Ciao a tutti! Mi presento: ho 26 anni e abito nella provincia di Varese, anche se mi muovo costantemente tra il paese in cui vivo e le città di Milano e Lugano. Dopo aver studiato per la maturità classica, ho frequentato il corso di Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano, ottenendo così sia la laurea triennale che quella specialistica. La mia carriera da freelance è iniziata proprio nel corso dell’ultimo anno di università, quando la stesura della tesi mi permetteva di gestire meglio il mio tempo: potevo così dedicarmi a qualche progetto personale retribuito. Ho lavorato poi come visual designer nel centro di ricerca della Commissione Europea che ha sede nella provincia di Varese (JRC). Il contratto di traineeship aveva la durata di un anno, che ho interrotto da qualche mese per tornare ad essere una lavoratrice autonoma. Nonostante mi trovassi in un ambiente professionale estremamente interessante, ho infatti scelto di seguire una collaborazione occasionale che valorizzasse davvero la mia creatività. Attualmente mi occupo di piccole produzioni audiovisive, a partire dalla loro ideazione passando per la regia e il montaggio, per finire con la post-produzione digitale. Quello che adoro del mio lavoro è la possibilità di creare dei veri e propri “piccoli mondi”: immaginarli, costruirli, e infine dargli vita attraverso la magia dell’animazione. Sono anche specializzata in art direction e graphic design, con una particolare predilezione per l’illustrazione digitale.

Essere una freelance: cosa significa? Cosa pensi della scelta di molti giovani oggi di diventare liberi professionisti?

Essere freelance vuol dire sostanzialmente essere imprenditore del proprio talento e del proprio sapere. Credo che in Italia diventare freelance sia una delle poche possibilità che si hanno per colmare l’assenza di un lavoro “vero”, come lo definerebbero i nostri genitori. Molti giovani, come me, si sono scoperti freelance senza avere un’iniziale consapevolezza di volerlo veramente diventare: si comincia con piccoli lavori per qualche conoscente e alla fine ci si ritrova con diversi clienti da gestire. Nel mio caso, l’essere freelance mi permette di avere un guadagno maggiore rispetto a quanto avrei potuto ricevere come giovane dipendente impiegato in qualche studio o agenzia di comunicazione (magari come stagista). Arrivati a questo punto diventa quindi difficile tornare indietro e rinunciare alla libertà, all’indipendenza e alla gratificazione del libero professionista.

Un visto per il Canada e una esperienza all’estero che deve essere stata molto importante per te, ce ne vuoi parlare?

 La mia avventura canadese è iniziata nel 2010, quando ho sentito l’esigenza di allontanarmi per un breve periodo da casa per vivere un’esperienza intensa e visitare il Nord-America. Ho trovato nella città di Toronto tutto quello che desideravo e speravo: natura e innovazione, multiculturalità e gentilezza, efficienza e bellezza. Dopo essermi riempita gli occhi di così tante novità ed energie, ero perfettamente consapevole che il ritorno a casa sarebbe stato di sicuro difficile. La curiosità e la paura di rimanere intrappolata in una realtà priva di stimoli mi hanno così spinto a compilare l’application e ottenere un visto dall’ambasciata che mi permetterà di lavorare a Toronto per un periodo iniziale di 6 mesi. Si tratta del “Working-Holiday Visa” che il governo canadese, in accordo con quello italiano assegna ogni anno e in numero limitato ai giovani tra i 18 e i 35 anni. Sono sempre più convinta che un’esperienza di questo tipo non può che essere positiva, soprattutto per chi sceglie di intraprendere una carriera nella comunicazione visiva: più si osserva il mondo meglio si è in grado di comunicarlo.

Parliamo adesso dell’era tutta tecnologica in cui viviamo: i social network come piazza per farsi conoscere e contattare clienti. Come si “sposa” questo con la tua scelta professionale?

Pubblicare online i propri lavori, lasciarsi ispirare da quelli degli altri, ricevere feedback dai propri colleghi, e soprattutto entrare in contatto con potenziali clienti: non riuscirei nemmeno ad immaginare la mia professione “sconnessa”. La mia prima esperienza da freelance è stata di fatto resa possibile grazie a Facebook! Sono stata contattata da uno dei tanti “amici in comune” per un progetto di card-design e questa collaborazione dura ormai da due anni. In particolare, oltre ad avere un account su LinkedIn, dove è possibile mostrare in modo semplice ed immediato il proprio curriculum, trovo che Behance sia una risorsa molto valida per tutti i creativi. Non si tratta solo di un sito dove poter inserire il proprio portfolio, ma di una community completa, con job board, progetti messi in evidenza e scelti dal team, sondaggi, messaggi privati e altro ancora.

 

Grazie Francesca Catteneo per questo prezioso contributo, e in bocca al lupo per il tuo futuro!

 

Intervista svolota da da Roberta Martucci Schiavi

 

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