Il giorno del Battesimo di Cristo non sarà mai un giorno qualsiasi. Papa Francesco l’ha voluto sottolineare oggi stesso, ricordando come in una giornata simile si possa ufficialmente dichiarare concluso “il tempo dei cieli chiusi”. La venuta di Cristo sulla terra non è soltanto l’ingresso del Figlio di Dio nell’esperienza della vita terrena al fianco degli uomini. La venuta di Gesù è innanzitutto l’esordio del tempo della Misericordia.
L’Angelus di oggi ha affrontato questo tema, particolarmente significativo alla luce dei recenti fatti storici.
La misericordia è ciò che ci avvicina agli uomini e ci conduce a vivere in maniera diversa il rapporto con il dolore, la malattia, la miseria.
I “cieli chiusi” erano quei cieli che tenevano separati gli uomini da Dio. Era il tempo in cui il peccato “allontanava l’umanità dal progetto di Dio e interrompeva il legame fra cielo e terra”. Ma il cristiano non può restare lontano da Dio, ha sottolineato Papa Francesco. “Lontani da Cristo non si può che assistere al fallimento della vita”. Nei “cieli aperti” è invece contenuta la grazia di Dio, che è il frutto straordinario dell’incontro fra gli uomini e il mistero del Cristo.
E l’incontro col Figlio di Dio è innanzitutto l’esperienza forte della misericordia, una misericordia che rinnoviamo ogni volta che accogliamo Cristo attraverso il sacramento dell’Eucaristia. Ma la misericordia cristiana è fin dal principio frutto di un amore profondo e genuino che l’uomo è chiamato ad accogliere in sé ogni qualvolta s’appresta ad accostarsi al dolore, alla miseria e al vuoto esistenziale che spesso attanaglia la civiltà di oggi.
I recenti avvenimenti drammatici di Parigi sono allora l’esempio più buio di questa frattura di fronte all’amore, di questo trionfo oscuro dell’odio. Ed è proprio per questo che il mondo ha bisogno, oggi più che mai, di misericordia. È un’autentica sete quella che colpisce l’umanità del XXI secolo. Come Francesco ha spiegato: “C’è tanto bisogno oggi di misericordia ed è importante che i fedeli laici la vivano e la portino nei diversi ambienti sociali”. Misericordia e grazia sono per la cristianità intera un binomio indissolubile, e il Vangelo è il grande strumento che veicola al mondo questa consapevolezza ormai plurisecolare. “Porre sotto l’azione dello Spirito Santo la nostra vita di cristiani e vivere profondamente la missione che tutti abbiamo ricevuto in virtù del Battesimo significa ritrovare quel coraggio apostolico necessario per superare i facili accomodamenti mondani”. Dalle parole di Francesco traspare dunque l’immagine di un mondo radicalmente ferito, ma che può ugualmente risanarsi ricorrendo a quell’opera misericordiosa di cui si fa artefice lo Spirito Santo per volontà di Dio.
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