Francesco Pellegrino, un calabrese in Antartide

Creato il 10 aprile 2014 da Makinsud

Il calabrese Francesco Pellegrino, ingegnere dell'Enea di Roma, tra i componenti della base italiana Mzs "Mario Zucchelli Station", è rientrato poche settimane fa dall' Antartide, dopo aver preso parte alla ventinovesima spedizione italiana tra i ghiacci.

La Stazione Mario Zucchelli (MZS), intitolata a colui che per 16 anni ha guidato il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), è stata costruita nel 1986, sulla costa della Baia Terra Nova e poggia su una scogliera di roccia granitica di una piccola penisola della Terra Vittoria settentrionale, tra i ghiacciai Campbell e Drygalski. Attualmente, la Stazione italiana si distribuisce su una superficie coperta pari a circa 7.500 mq, in cui oltre ai laboratori, ai magazzini, agli impianti, agli alloggi ed ai servizi per il personale ci sono numerosi moduli laboratorio satelliti dislocati in un'area urbanizzata estesa su circa 50.000 mq.

L'ingegnere Francesco Pellegrino si è recato nel lontano Antartide grazie all'Enea di Roma, per curare la parte logistica della spedizione italiana. L'ingegnere calabrese è rimasto in Antartide da Ottobre a Febbraio, per ragioni climatiche, ossia quando lì è estate, poiché in inverno le temperature possono scendere fina a 90 gradi sotto zero, con un vento che può soffiare fino a 200 chilometri orari.

Naturalmente l' estate in Antartide non è la stessa che si vive nel nostro Paese e, a tal proposito, Francesco Pellegrino racconta che " si va da meno 45 gradi a temperature che non superano mai lo zero", oltre che vuol dire avere per sei mesi la luce solare, senza mai vedere la luna. Inoltre, la vita all'interno della base è molto monotona: " abbiamo poco tempo libero, considerato che lavoriamo dalle dodici alle quattordici ore al giorno. Qualche ora per dormire, una partita a calcio balilla o qualche film fanno il resto ".

In più, arrivare in Antartide non è molto semplice: partenza da Roma, con un volo di cinque scali per raggiungere la Nuova Zelanda e da lì imbarcarsi su una nave rompighiaccio per un viaggio di undici giorni.

Il calabrese Francesco Pellegrino, dopo essere tornato in Italia, è rimasto qualche giorno ad Acri dalla sua famiglia, prima di tornare al suo lavoro a Roma, con la possibilità di dover tornare tra i ghiacci dell'Antartide nel prossimo mese di Ottobre.


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