Mafia: era il 14 febbraio del 1989 quando sette colpi di pistola, sparati da un motorino, uccisero a Niscemi Francesco Pepi. Era un imprenditore che aveva messo su un’ azienda conserviera di prodotti tipici siciliani come carciofi, peperoni, pomodori essiccati e melanzane. La Paic Sud era ben avviata, aveva partner sparsi per l’Italia. La situazione florida dell’azienda ovviamente fece gola alle famiglie mafiose nissene che cercarono di estorcergli denaro e favori. Pepi fu uno dei primi commercianti siciliani ribellatosi al pagamento del pizzo esortando anche gli altri commercianti a farlo.
Francesco Pepi era stato soprannominato il “Colonnello” per via delle informazioni che passava alle forze dell’ordine. Negli ultimi giorni della sua vita i familiari lo ricordano in uno stato particolare di agitazione. Gli era stato chiesto di trasportare nei camion insieme alle conserve altro materiale, armi o droga. Dopo la sua morte l’azienda fu chiusa e ipotecata dal Banco di Sicilia. Otto anni dopo la figlia, Franca Pepi, ricevette il certificato di parente di vittima della mafia, ottenendo cento milioni e un posto di lavoro all’ufficio di collocamento.
Oggi a 25 anni dal delitto, la Polizia ha scoperto gli assassini. Le ordinanze di custodia cautelare messe sono 12, con accuse di omicidio e tentato omicidio con l’aggravante mafiosa. L’indagine, lunga ben un quarto di secolo, si è avvalsa delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. L’inchiesta ha permesso anche di rendere più chiari delitti avvenuti nel nisseno proprio a cavallo tra anni ’80 e ’90. Anni in cui era viva la “guerra” tra le famiglie nissene e quelle della Stidda gelese. Impegnate in queste faide familiari le varie cosche operarono però congiuntamente nell’omicidio di Pepi per dare un segnale forte e chiaro a chi si opponeva al pagamento del pizzo. Mandante dell’omicidio è risultato Pippu Madonia.
Tra i destinatari delle custodie cautelari, anche Antonio Rinzivillo, esponente di spicco della cosca mafiosa gelese. Figurano altre figure storiche della mafia nissena tra cui Alessandro Barberi, 62 anni, al vertice dell’organizzazione operante su Gela, e i fratelli Pino e Vincenzo Cammarata, capi famiglia di Riesi.
Federica Monello