Francia-Congo Brazzaville /Love story che piace molto a Sarkozy e poco ai congolesi

Creato il 08 febbraio 2012 da Marianna06

Oggi, 8 febbraio, il presidente francese, Nicolas Sarkozy, riceverà all'Eliseo il suo omologo del Congo-Brazzaville, Denis Sassou Nguesso.

Più che di presidente per il congolese bisognerebbe parlare di un  dittatore a vita o quasi.

Egli, infatti, è alla guida del suo Paese dal 1979, salvo qualche breve interruzione.

E, ultimamente,in maniera continuativa dal 1997.

In Congo-Brazzaville per altro ,nel prossimo autunno, per chi non lo sapesse, ci saranno  le elezioni presidenziali e Nguesso di certo non ha voglia di lasciare il suo posto ad altri.

Anche il francese Sarkozy, a breve, dovrà affrontare il verdetto delle urne. E qualche preoccupazione ce l'ha anche lui, in pectore.

Cosa significa, allora, questo incontro?

Cosa unisce, al di là dell'ufficialità dovuta alla diplomazia, i due capi di Stato?

Senza ombra di dubbio  il sostegno reciproco nella circostanza prossima ventura delle rispettive rielezioni per entrambi.

E il filo rosso è l'oro nero ,che viene da Brazzaville. Ossia il petrolio.

Alla Francia, in tempi di crisi mondiale per l'accaparramento di fonti energetiche, serve anche il petrolio congolese.

A Nguesso, invece, serve l'appoggio francese in patria, per il quale non ha mai esitato a sovvenzionare, appunto con i proventi del petrolio,utilizzati come "cosa propria", i diversi partiti e uomini politici in Francia.

Come si dice: una mano lava l'altra.E via di seguito.... siamo tutti puliti, felici e soddisfatti.

I proventi dell'esportazioni di petrolio del Congo-Brazzaville costituiscono l'80% delle entrate statali ma di esse i congolesi, i "sudditi" di Nguesso, vedono ben poco in termini di miglioramento della qualità della vita per loro e le loro famiglie.

Anche in Congo-Brazzaville c'è una disoccupazione giovanile,  che allarma,che ammonta al 34%, secondo le stastistiche di regime, ma sicuramente la sua percentuale è molto più elevata.

Il problema è sempre lo stesso : le ruberie dei dittatori africani sono un male endemico, difficile da estirpare proprio perché esistono complicità  anche dell'Europa  e pochi ,o meglio, pochissimi sono i Paesi del continente africano, dove chi governa opera per il bene della comunità.

Le violazioni dei diritti umani sono all'ordine del giorno tanto in Congo-Brazzavile che altrove, in Africa. E questo, saputo e risaputo, non sconcerta certo Nicolas Sarkozy, che vuole conservare piuttosto la certezza di rimanere all'Eliseo per un ulteriore mandato presidenziale.

E poi per Sarkozy che " l'Afrique c'est à moi " è  ormai cosa nota.

Vedi, in ultimo, la grande fretta francese per il caso Libia.

Intanto in Francia e, particolarmente a Parigi, la diaspora congolese,compatta sotto la sigla FDC, ossia Federazione diaspora congolese, non esita a far sentire la propria rabbiosa disapprovazione e lo fa unitamente all'associazione umanitaria francese "Survie".

Servirà?

In merito c'è parecchio scetticismo ma il vento della "storia" talora può cambiare.

A questo si crede.

Basti guardare, con tutti i limiti reali, quello che è accaduto in tempi brevissimi in Egitto,Tunisia, Libia.

 E potrebbe accadere nei Paesi vicini.

 Anche se poi , nel mentre,  a farne le spese di queste dinamiche è sempre e comunque la gente comune.

In Africa. E non solo.

E ricette risolutorie, ahimé, finora non ne esistono.

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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