Nella nostra ormai lunga e ricca esperienza sul complottismo abbiamo constatato che gli ambienti frequentati da pseudo-ecologisti, maniaco-ambientalisti e pacifinti, sono un fertile terreno di coltura per teorie complottiste di ogni genere.
Il fatto che spesso quelle teorie diventino oggetto delle nostre Perle non significa che da queste parti non abbiamo a cuore le ragioni (quelle vere) dell’ambiente o siamo guerrafondai.
Il punto è che una Perla è una Perla, anche quand’è pacifista o ecologista.
Per la stessa ragione, una Perla è una Perla anche quando proviene dal fronte opposto, e nel caso che trattiamo oggi proviene da uno dei più convinti sostenitori dell’energia nucleare, il Prof. Franco Battaglia.
La Perla che segue è stata inviata da Francesco e adattata ai nostri standard di pubblicazione.
Franco Battaglia
Quando, però, per sostenere le proprie argomentazioni si afferma che c’è una specie di complotto mediatico a favore delle tesi avversarie, la Perla è in agguato e anche il prof. Battaglia si guadagna un posticino negli archivi della nostra collezione di idiozie e stupidità complottiste.
E dato che ogni complottista è a modo suo un po’ professore, ci auspichiamo che il buon Battaglia si senta in buona compagnia.
Veniamo al dunque. In questo articolo (qui il backup) pubblicato da Il Giornale, Battaglia espone il proprio punto di vista sulle conseguenze delle catastrofi nucleari di Fukushima e Chernobyl.
“A distanza di un anno possiamo tirare le somme sulla lezione da Fukushima. Abbiamo imparato almeno due cose. La prima è che intorno a Fukushima, come già Chernobyl, è stato montato un colossale falso mediatico: il nucleare è non sicuro, ma ultrasicuro.”
No, non siete vittime di un’allucinazione visiva dovuta a un virus informatico super intelligente creato dal NWO, Battaglia ha proprio affermato che intorno a Fukushina e Chernobyl è stato montato un “colossale falso mediatico” e che il nucleare è “ultrasicuro”.
Ed è proprio convinto che la catastrofe nucleare di Chernobyl e quella di Fukushima dimostrino tale affermazione!
A noi, poveri profani, sembra che in questa logica ci sia qualcosa che non funziona.
Ora, è vero che spesso i media, cavalcando l’onda emotiva mossa da un evento straordinario, abbiano la cattiva abitudine di ingigantire le dimensioni e la portata di una tragedia rispetto alla cruda verità dei numeri.
Per esempio, all’indomani degli attentati dell’11 settembre, i media parlavano di oltre 20.000 vittime laddove il numero reale si attestò a poco meno di 3.000.
Ma qualcuno sano di mente può per questo pensare che l’11 settembre sia stato un colossale falso mediatico?
Ovviamente no, eppure Battaglia fa proprio questo tipo di ragionamento riguardo a Chernobyl:
“L’ultimo rapporto dell’Agenzia di sicurezza nucleare giapponese recita: «Non è stata riportata alcuna conseguenza sanitaria in nessuna persona per esposizione alle radiazioni fuoriuscite dagli impianti incidentati». La temuta radioattività, cioè, ha causato zero morti, zero feriti, zero malati. Zero. Se vi piacciono i grandi numeri e i curie, le fuoriuscite radioattive da Fukushima assommano a 18 milioni di curie. Però le fuoriuscite da Chernobyl furono 380 milioni di curie. Ma anche a Chernobyl la radioattività ha causato alla popolazione civile, in questi 25 anni, zero morti, zero feriti e zero malati. Zero.”
Zero?
E’ troppo presto per stimare (perché un conteggio assoluto è impossibile) quanti morti saranno provocati per effetto dei tumori, delle leucemie e delle malformazioni genetiche indotti dalle radiazioni liberate a Fukushima, ma attorno alle conseguenze sanitarie di Chernobyl si è molto discusso ed esistono numerosi studi.
Mettendo da parte la selva di numeri forniti da organizzazioni internazionali, associazioni ambientaliste o singoli opinionisti, un buon vademecum può essere il documento Chernobyl’s Legacy (download), che sintetizza le conclusioni del Chernobyl Forum, un’iniziativa promossa dall’Agenzia Internazionale dell’Agenzia Atomica (IAEA) dell’ONU, con la partecipazione dei governi di Bielorussia, Federazione Russa e Ucraina e alcune agenzie ONU, tra cui UNSCEAR e WHO: insomma, non esattamente gli ultimi fessi né una manica di ambientalisti fanatici.
Nel documento, oltre a citare le centinaia di morti già accertati, le centinaia di migliaia di persone evacuate e sottoposte a livelli di radiazione significativi, le migliaia di tumori tiroidei diagnosticati, si stima in circa 4000 morti il prezzo pagato in termini di vittime per tumori causati dalle emissioni radioattive.
Con quale supponenza Battaglia può affermare con granitica certezza che l’incidente provocò “zero” vittime?
Tra l’altro, Battaglia sa benissimo che l’incidente ha provocato vittime.
Proprio lui, in un intervento come ospite della trasmissione televisiva Otto e Mezzo, aveva detto che su 134 lavoratori e soccorritori colpiti da
“sindrome da radiazione acuta… 28 sono morti nei primi 3 mesi, dei rimanenti ne sono deceduti altri 19 per cause non necessariamente legate alle radiazioni”.
28 è già diverso da zero.
E gli altri 19 di cosa sarebbero morti? Di punture di scorpione? Una mortalità pari a un quinto dei superstiti non è mica una cosa tanto normale…
E oltre ai morti, dove le mettiamo le centinaia di migliaia di persone che hanno dovuto evacuare le proprie case e abbandonare la propria terra per trasferirsi altrove?
Ora, uno è libero di pensare se – a fronte di tutte queste conseguenze e del numero di incidenti più o meno gravi che hanno interessato i reattori nucleari nel mondo – l’energia nucleare sia da ritenersi sicura o insicura.
Ma nessuno, nemmeno Battaglia, può permettersi di sostenere che i media abbiano esagerato e che questi incidenti abbiano provocato “zero morti, zero feriti e zero malati”.