Nella foto uno dei tanti elettori del Pd che si sono smarriti
Scene d’esultanza da stadio o quasi. Alfano raggiante, deputati e senatori che si abbracciano, inquisiti e condannati felici. Festa per il centrodestra e per il Pd, Napolitano ê tornato, praticamente si potrà fare di tutto, almeno fino a che la Corte costituzionale non boccerà qualche legge. Napolitano, va ricordato, dopo aver ben piazzato i figli, si è dimenticato la Costituzione finché la Consulta gli ha fatto capire che qualche limite esiste ancora.
Franco Bordo, di Sel, è l’unico parlamentare della nostra provincia ad aver compiuto nel marasma di oggi un gesto chiaramente comprensibile e soprattutto in linea con un ragionevole programma di centrosinistra. Tutta Sel ha votato Rodotà, non Napolitano, diversamente dagli amici del Pd, in chiara sofferenza.
“C’era uno stato d’emergenza che ha condotto alla riconferma di Napolitano, è vero – ha affermato Franco Bordo dopo la rielezione del presidente uscente – ma quest’emergenza se la sono creati loro, nel Pd, non votando Romano Prodi e rifiutandosi in modo inspiegabile di votare Stefano Rodotà. Non è una questione di persone, rispettiamo il presidente della Repubblica, il problema è che questa convergenza ci porta dritti al governissimo, cosa che fino a due giorni fa in qualsiasi intervista tutti gli esponenti del Pd dicevano di non voler fare. Ma poi le cose cambiano”.
Il risultato elettorale, il mancato accordo col M5S e la rielezione di Napolitano, a quanto si apprende suggerito proprio dal Pdl, nel momento dell’implosione del Pd, generano un enorme disagio nel centrosinistra e nel contempo inducono Nichi Vendola ad aprile le porte di un nuovo partito. Come dichiara Franco Bordo, della brillante fucina cremasca, “il nuovo partito resterà nell’ambito del Partito socialista europeo e si proporrà come sinistra di governo: si aprirà maggiormente ai movimenti e anche ai delusi del Pd”. Non ci sarà dialogo con Rifondazione “arroccata in una posizione di testimonianza che noi non abbiamo scelto”.
Sfida accattivante da parte di Sel. Nulla di bellicoso, semplicemente una casa per chi non si ritrova più nel Pd, senza affatto trascurare quella parte impegnata di società civile che ha bisogno di essere ascoltata dalle istituzioni. Il Pd si allontana, o comunque non si capisce, meno che mai, che sia diventato, tuttavia un partito all’interno delle istituzioni serve a comitati e movimenti. Battaglie civili di grande significato – per l’ambiente, l’acqua pubblica, l’agricoltura di qualità, ma anche le cure sanitarie per tutti e altri temi di rilievo – non dovrebbero restare in balia della mancanza di rappresentanza o di un dialogo equilibrato con le istituzioni.
Franco Bordo, tornando all’elezione di Napolitano, è rimasto sconvolto da certe scene viste di persona in aula: “Denis Verdini che esulta, la Gelmini felice, scene disgustose di un successo del centrodestra”. Non si possono dimenticare i guai con la giustizia di molti del centrodestra, a partire dal solito Berlusconi.
Nel governissimo che si va preparando (centrodestra più Pd, o meglio centrodestra nel suo insieme) Sel comunque non ci sarà.
Sel resiste. Vendola, dopo essere cresciuto da solo, poi portato nella coalizione da protagonista per essere quindi schiacciato in un angolo in castigo dal Pd liberale (e i liberali sono sempre stati di destra) ora può giocare un ruolo rinnovato, ritrovare la libertà. Lui e con lui, forse, tanti altri italiani.