ROMA – I maligni sostengono che, a giudicare dalla mole, il magna magna (quello da cibo) era lampante.
E questa mattina l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio Franco Fiorito è stato arrestato. Dubitiamo, comunque, che abbia pensato di appropriarsi di caciotte e salumi non propri, a dispetto del reato per cui è stato arrestato, ovvero per peculato. Per chi non lo sapesse, il peculato è quel reato “previsto dall’art. 314 del codice penale, in virtù del quale il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria”.
Ovviamente, come suddetto, non si sembra si sia appropriato di caciotte, bensì, allo stato attuale “l’unico” reato ipotizzato è quello di peculato con riferimento a denaro, per la somma di ben 1,3 milioni di euro, di cui Franco Fiorito si sarebbe appropriato.
C’è da precisare che la decisione del gip Stefano Aprile di emettere per Fiorito l’ordinanza di custodia cautelare è stata dettata anche dal pericolo di fuga e inquinamento delle prove.
Fiorito è stato arrestato su ordine del gip dai finanzieri del Nucleo di polizia valutaria, che partecipano alle indagini del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Alberto Pioletti.
Il legale di Fiorito, Carlo Taormina, ha commentato a Tgcom24: ”Si aspettava e si temeva per la pressione dell’opinione pubblica e per il dibattito che è nato. L’arresto di Fiorito per l’ipotesi di peculato non è pertinente. C’è una giurisprudenza – continua – che dice che quando questo denaro pubblico entra nelle tasche di un partito, piaccia o non piaccia, diventa denaro privato”.
“Inoltre – prosegue – c’è da dire che se hanno arrestato Franco Fiorito, mancano all’appello gli altri 70 consiglieri della Regione Lazio”. Sulle esigenze per procedere all’arresto aggiunge: ”Noi abbiamo avuto un interrogatorio dove abbiamo depositato tutti gli atti. Pericoli di fuga non ce ne sono mai stati, per cui sotto tutti i profili, parlando di esigenze cautelari per l’arresto, queste non c’erano”.