Magazine Cultura
Franco Vassia al Meeting di Castiglione del Lago
Creato il 04 maggio 2012 da Athos Enrile @AthosEnrile1Utilizzo il commento dell’amico Franco Vassia per raccontare il Meeting di Primavera di Castiglione del Lago.
CASTIGLIONE DEL LAGO: LA PICCOLA WOODSTOCK
Soltanto un manipolo di temerari e inguaribili romantici poteva dar vita a quella che, dal 20 al 26 aprile sulle rive del lago Trasimeno, può a ragione essere considerata una piccola Woodstock progressiva. L’annuale raduno di Primavera - tenutosi come sempre a Castiglione del Lago - nonostante le avversità dovute all’umidità, a un freddo quasi polare e a un forte vento che ha penalizzato gli organizzatori nell’appuntamento con l’aviazione da riporto e sportiva, è stato comunque un sogno vissuto ad occhi aperti soprattutto per le sue serate ricche di musica e di cultura. Sul palco, allestito all’interno di un meraviglioso tendone da circo, si sono via via alternati, oltre a molti artisti che negli anni Settanta hanno marchiato a fuoco la musica italiana e internazionale, la Scuola di Musica del Trasimeno, un trio di talentuosi pianisti, la Schola Cantorum di Castiglione del Lago e il Gruppo Folcloristico Agilla e Trasimeno. Ma per essere considerata un evento, oltre alla clemenza del tempo, la rassegna avrebbe dovuto contare soprattutto sulla partecipazione di un folto pubblico. Da troppi anni il nostro Paese è entrato in un profondo letargo televisivo e vegetativo. I suoi campioni sono gli Amici della De Filippi, il Grande Fratello, L’isola dei famosi, i pacchi serali. La musica e la cultura sono un deterrente, un dentifricio, dei chewing gum. Alla massa che rappresenta la società, ascoltare qualcosa di appena più profondo provoca vertigini e sensi di nausea. Quel che stupisce è che, al Meeting, siano sopraggiunti fan da ogni parte della penisola ma sia clamorosamente mancato il pubblico locale. Un pubblico che, per correttezza intellettuale, non è deputato a presenziare soltanto le parentesi nelle quali vengono esibiti i propri rampolli ma che deve avere anche il giusto rispetto per le persone e gli artisti delle esibizioni successive. Ma tant’è: il percorso per tornare a essere un vero paese è ancora lungo e irto di sassi acuminati. Tornando alle serate musicali, va sottolineata la grandissima professionalità, la profonda vena artistica e l’amicizia che i musicisti hanno saputo elargire agli intervenuti ma soprattutto a Massimo Sordi, la vera anima della manifestazione. Da Lino Vairetti, leader degli Osanna, gruppo cult che ha saputo coniugare il rock con la gestualità teatrale partenopea al talentuoso Gianni Leone del Balletto di Bronzo; dalla magia vocale di Aldo Tagliapietra, ex leader delle Orme, al battito cardiaco del basso di Giorgio “Fico” Piazza, primo bassista della Premiata Forneria Marconi, si sono avvertite tutte le emozione che avrebbero caratterizzato le serate. E ancora: dalle telluriche performances di Bernardo Lanzetti, ex vocalist della P.F.M. e degno erede di Demetrio Stratos alle timbriche del Banco del Mutuo Soccorso rappresentato dal genio di Gianni Nocenzi, da Rodolfo Maltese, Tiziano Ricci e Claudio Falco, fino al’escursione albionica rappresentata da Richard Sinclair - anima dei Caravan, Hatfield & the North e Camel - e Maartin Allcock, storico componente dei Fairport Convention e dei Jethro Tull che hanno saputo dar vita a una jam-session davvero superlativa. Bravissimi i Vicolo Margana, straordinari i Beggar’s Farm e Giusi Pisoni e poi gli Oak, la band ferrarese Limite Acque Sicure. Infine, in chiusura, la rassegna ha elargito il suo messaggio più profondo: una rilettura delle pagine più belle che hanno scritto la nostra storia, da Luigi Tenco a Bob Dylan, da Simon&Garfunkel a Ennio Morricone. Note e testi, improvvisamente leggeri che si sono elevati oltre il palco fino a oltrepassare e riempire una notte umbra finalmente serena. Franco Vassia
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