News Siracusa: Riceviamo e pubblichiamo per una testimonianza diretta di una nostra lettrice, che riportiamo qui di seguito per intero, relativa al divieto nei confronti di alcuni frati francescani di incontrare gli alunni della scuola elementare.
(Mah…!) accade a Francofonte che, arriva un gruppo di francescani con l’intenzione di partecipare per 15 giorni alla vita sociale del mio paese. Li incontriamo per strada, in chiesa, nelle scuole medie e superiori; coinvolgono i ragazzi, cantando, ballando, scherzando e soprattutto, trasmettendo serenità e gioia.
Stamane, prima delle ore 8,00, cantavano e ballavano a piazza Dante, attirando simpaticamente la curiosità di mamma e bimbi, in attesa che suonasse la campanella per entrare a scuola. Fin quì, tutto normale, ma accade che, questi giovani francescani avevano chiesto formalmente di entrare all’interno della scuola e quindi, interfacciarsi con gli alunni, ma il permesso non viene loro concesso, al contrario degli altri istituti scolastici presenti sul territorio.
La motivazione? Sembrerebbe che concedere loro di entrare a scuola significherebbe non poterlo negare ad altre rappresentanze religiose. Ma che a me risulti, nelle intenzionalità del progetto di questi preti, non era prevista nessuna opera di catachesi, ma attività di incontro al fine di portare momenti di gioia e pace. Inoltre, in una società che consideriamo “multietnica”, quale sarebbe il problema se altri rappresentanti di religioni diverse, con intenzioni trasparenti e senza opere di plagio, proponessero progetti educativi nelle scuole? Credo che la scuola dovrebbe essere in grado di valutare quale percorso educativo e formativo proporre agli alunni e quindi accordare permessi di partecipazione alla vita scolastica.
Ma può mai essere che questa società “addestra” scolari a cantare le canzoncine di benvenuto ai politici e lascia fuori dei frati missionari che possono solamente far del bene alla sana educazione e crescita dei nostri figli?
Rita P. – Francofonte
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