Capita di rado che un film riesca veramente a commuovermi, ma cavolo quest’anno è stato il turno di Frank. Il film diretto dal quasi sconosciuto regista irlandese Lenny Abrahamson è stato presentato al Sundance Film Festival 2014 e più tardi proiettato al Biografilm di Bologna. Nonostante l’Inghilterra abbia avuto il piacere di vedere questo film già a maggio, per l’uscita italiana si dovrà attendere la fine di ottobre. La pellicola è liberamente ispirata alla vita di Chris Sivey, cantante inglese degli anni ’80 che aveva creato un suo alterego in Frank Sidebottom, la cui caratteristica distintiva era un enorme testa di cartapesta a coprire il volto. La sceneggiatura nasce proprio dall’incontro di Sivey con uno dei due sceneggiatori, che prende il suo personaggio e lo metto in un particolare contesto sociale, popolato da persone con forti problemi che si uniscono per fare musica.
Protagonista della pellicola è Jon, giovane tastierista inglese che prova a esprimere – fallendo – le sue doti artistiche. Per puro caso si imbatte negli Soronprfbs e si unisce al complesso che suona musica sperimentale e psichedelica. Leader della band è Frank (sotto il cui faccione di cartapesta si nasconde Michael Fassbender) strano personaggio a metà tra un malato di mente e un superbo artista. Jon viene reclutato nella band, nonostante la diffidenza di Clara (Maggie Gyllenhaal) e insieme si chiudono in un cottage in Irlanda per registrare un album, fino a finire a suonare in America.
![Frank photo_02](http://m2.paperblog.com/i/251/2511158/frank-L-tIo57z.jpeg)
Il regista firma una pellicola intensa e struggente, capace di essere allo stesso tempo ironica e divertente. Un film completo sotto ogni punto di vista, nel quale le immagini si mescolano perfettamente con le sonorità psichedeliche della band. Oltre l’ironia, la commozione e le riflessioni, però, Abrahamson nasconde un messaggio più profondo, quello sulle difficili condizioni delle malattie mentali. Sia Frank che Don ci mostrano i lati più oscuri delle loro psicosi, le vittorie e le sconfitte più estreme. La loro condizione riesce a toccarci l’anima e a farci vedere qualcosa di speciale nei loro pensieri.