Frank (UK, Irlanda 2014) Regia: Lenny Abrahamson Sceneggiatura: Jon Ronson, Peter Straughan Cast: Domhnall Gleeson, Michael Fassbender, Scoot McNairy, Maggie Gyllenhaal, François Civil, Carla Azar Genere: folle Se ti piace guarda anche: Essere John Malkovich, I'm Here, Quasi famosi
La Storia della Musica è piena di artisti mascherati. Tra i primi ci sono stati i The Residents, i Kiss, i Rockets. Quindi nei 90s è diventata una tendenza cool nell'ambito metal, soprattutto grazie agli Slipknot, mentre negli ultimi anni la moda ha colpito parecchio il genere elettronico. Sulla scia dei Daft Punk, molti artisti e dj come deadmau5, SBTRKT e The Knife hanno nascosto i propri volti. Anche in Italia abbiamo i nostri esempi di musicisti mascherati con Bloody Beetroots e i Tre allegri ragazzi morti. Rimanendo in tema fumettistico, un altro esempio di band celata dietro a degli avatar sono i Gorillaz, la cartoon band formata da Damon Albarn. C'è poi chi ha creato dei personaggi fittizi, come il terrestre David Bowie diventato l'alieno Ziggy Stardust, o il timido e pantofolaio ragazzetto Brian Warner che si è trasformato nel satanico Marilyn Manson, o ancora il riflessivo rapper Marshall Mathers che all'occorrenza diventa la sua controparte scatenata e senza peli sulla lingua Slim Shady. Tanti altri, non solo in ambito musicale, hanno un alter-ego, come l'aspirante giornalista-scrittore Marco Goi, meglio noto (si fa per dire) come il blogger Cannibal Kid.
Il caso più clamoroso di musicista mascherato, nonché di confusione tra identità e alter-ego, è però un altro, meno conosciuto rispetto ai precedenti (Cannibal Kid a parte): quello di Frank Sidebottom. Chi è Frank Sidebottom? Questo qui.
Il musicista inglese Christopher Mark Sievey si presentava in pubblico con la sua band, i The Freshies, sotto le sembianze di questo Frank Sidebottom, un personaggio mascherato con sempre indosso un testone ispirato a un cartone di Max Fleischer. A questo singolare personaggio si sono ispirati ora Jon Ronson e Peter Straughan, gli sceneggiatori del film Frank, aggiungendo in più qualche riferimento ad altri musicisti “particolari” come Captain Beefheart e Daniel Johnston.
Con un protagonista simile, ne è uscita una pellicola altrettanto originale? La risposta è allo stesso modo strana: sì e no contemporaneamente. Il punto fondamentale è che il vero protagonista del film non è tanto Frank, è Jon, interpretato dal rosso di Questione di tempo Domhnall Gleeson, un aspirante musicista che si unisce alla band del cartoonesco Frank. È attraverso i suoi occhi che vediamo la vicenda. Lui è una specie di Alice che finisce dentro il Paese delle Meraviglie, come dice esplicitamente attraverso l'hashtag #attraversolospecchio, mentre Frank è un po' il Cappellaio Matto della situazione e gli altri membri del suo gruppo chiamato con l'impronunciabile nome di Soronprfbs sono il Leprotto Bisestile e folle compagnia. Come Alice, Jon entra in questo folle folle mondo, da cui rimane inevitabilmente affascinato e travolto. Allo stesso tempo, non riesce mai a farne parte per davvero. Perché lui in fondo è normale, mentre Frank e gli altri del gruppo sono pazzi. Pazzi veri. La loro non è una finzione per il palco. La loro non è un'operazione di marketing. Loro sono proprio così. Del tutto fuori.
Frank non è allora tanto un film sull'ascesa al successo di una band, come possono essere i vari Quasi famosi, Jersey Boys, La bamba o molte altre pellicole musicali, anche perché non vi è una reale ascesa al successo da parte dei Soronprfbs. D'altra parte con un nome del genere e con la musica che fanno, non posso certo ambire ai primi posti delle charts. Non è quello che vogliono, perché loro frankamente se ne infischiano di ciò che pensa la gente. Non è nemmeno tanto una pellicola sulle dinamiche del mondo musicale attuale, nonostante i riferimenti a YouTube, Twitter e al South by Southwest Festival. Frank è un viaggio dentro la follia. Dentro la vera follia. Così come può sembrare una vera follia far interpretare un personaggio che se ne sta per tutto il tempo con indosso una maschera a uno dei volti più amati dal pubblico femminile degli ultimi tempi, Michael Fassbender. Eppure è una scelta che funziona.
A non convincere è allora qualcos'altro. Io ho amato questo film per diversi aspetti, per i personaggi di Frank e di Jon, per la parte iniziale e per quella finale, ma nel complesso ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa. Nella parte centrale la sceneggiatura resta un pochino ferma e non riesce a far crescere i personaggi come sarebbe lecito aspettarsi e manca un colpo di genio alla Charlie Kaufman. La regia dell'irlandese Lenny Abrahamson non è male, però non possiede il talento visionario di uno Spike Jonze o di un Michel Gondry. Dio solo sa cosa avrebbero potuto combinare loro due con una storia e dei personaggi del genere. Anzi, un assaggio di quanto avrebbe potuto realizzare Jonze lo possiamo avere nei video da lui diretti di “Da Funk” dei Daft Punk, con protagonista un cane antropomorfo, o di “Shady Lane” dei Pavement, in cui il cantante della band in testa non è che ha una maschera. La testa non ce l'ha proprio.
"Hey guardatelo, ha i capelli rossi. Che tipo strano che è!"
Non fraintendetemi. Frank è un bel film e di certo è una delle visioni più originali in cui vi potrete imbattere quest'anno. Una pellicola in grado di stupire perché lo spunto di partenza lascia immaginare una commedia leggera e invece no. La visione di Frank qualche sorriso lo regala ma, più che divertimento, l'impressione che lascia è quella di un profondo disagio esistenziale. Allo stesso tempo, quella sensazione di cui parlavo che al film manchi qualcosa per poter diventare un cult movie assoluto non se ne va. Ma cosa manca, allora?La musica. Ecco cosa manca. Per un film su un gruppo musicale, è un difetto non da poco. Di canzoni ce ne sono anche, però la musica troppo d'avanguardia e poco comunicativa dei Soronprfbs non lascia il segno, così come non sono troppo memorabili nemmeno i pezzi di Jon/Domhnall Gleeson. Per avere un brano che faccia venire i brividi bisogna allora pazientare fino alla fine, grazie alle note di “I Love You All” cantata da Michael Fassbender. Lì sì che questo folle film riesce finalmente a farci vedere e sentire il personaggio di Frank non solo dall'esterno, ma a farci andare “attraverso lo specchio” e mostrarci il suo vero volto. Senza maschere. (voto 7-/10)
"A noi invece questo film è piaciuto al 100%!