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Ispirato al Frankenstein di Mary Shelley e a un corto che proprio un giovanissimo Tim Burton realizzò nel lontano 1984, Frankenweenie è il ritorno di un vero regista che tutti aspettavamo dopo la decente prova targata Dark Shadows. Finalmente un ritorno atteso, sperato e avvenuto, era ora che cazzo! Già solo l'intro Disney con il castello che acquista toni scuri e inquietanti in bianco e nero è il primo campanello d'allarme che ci informa di essere appena entrati in territorio Burtoniano
E' sempre sorprendente affidarsi alla magia visiva di Burton, niente più attori in carne ed ossa ma sola animazione in stop-motion. Il protagonista, Victor, riporta in vita il cagnolino Sparky tenendo fede al suo cognome (Frankenstein) nel migliore dei modi, l'amore verso l'amico a quattro zampe ne illumina le gesta, mentre i compagni di classe accecati dal richiamo della gloria riportano in vita i loro animali domestici creando mostruosità che finiranno col guastare l'attesa festa cittadina. Le più disparate citazioni si alternano, alimentando a più non posso il riuscito omaggio alla cinematografia e alla letteratura horror. Non vi è solo l'amore per i grandi classici del gotico, ma grande spazio viene concesso ai monster-movie giapponesi, ai Gremlins e al fighissimo "Mars Attacks". L'attrazione verso la diversità risuona potente ancora una volta, e le sfumature macabre si addolciscono nei consueti personaggi caricaturali tanto cari a Burton, inseriti in un contesto ambientale grottesco e inquietante curato nei minimi dettagli.Signore e Signori, che squillino le trombe e i tromboni, il maestro Tim è tornato, e lo fa, tornando alle origini!
Tim Burton
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